Si è conclusa con l’accoglimento da parte del Consiglio di Stato delle istanze del Comune di Sesto Fiorentino la vicenda della villa situata nella zona della Castellina dove nell’agosto 2006 un sopralluogo della municipale aveva portato alla scoperta di una serie di gravi abusi edilizi. Il conseguente ordine di demolizione era stato impugnato dalla proprietà prima davanti al TAR e poi al Consiglio di Stato, che nelle scorse settimane ha confermato il respingimento del ricorso già sentenziato dai giudici amministrativi di primo grado.
All’origine dei fatti vi è una richiesta di condono inizialmente accolta nel 2000 dal Comune di Sesto Fiorentino per un garage e una rimessa per gli attrezzi a servizio di una grande villa nella zona della Castellina, in un’area collinare di pregio su cui insiste anche un vincolo paesaggistico. La concessione viene revocata alcuni anni dopo, in seguito ad una serie di accertamenti che dimostrano che la richiesta di condono è viziata, poiché i due fabbricati sono stati realizzati posteriormente ai termini per i quali la legge riconosce la possibilità di sanatoria.
Nell’agosto 2006 la Polizia Municipale effettua un sopralluogo per alcuni approfondimenti, scoprendo che i due fabbricati abusivi sono stati anche oggetto di un cambio di destinazione d’uso e rialzati di un piano senza alcuna autorizzazione. Sul posto gli agenti trovano anche materiale edile e segni della recente presenza di un cantiere. Emerge ben presto come senza alcun titolo siano stati eseguiti alcuni interventi alla villa, con la realizzazione di ulteriori corpi di fabbrica, opere esterne ed interne, tra cui alcune camere, una sala da biliardo, una palestra, una piscina con piano vasca, oltre a strade e muri di contenimento.
Nel marzo e nel maggio del 2007, con due ordinanze, il Comune dispone quindi l’abbattimento dei manufatti abusivi e il ripristino dei luoghi, con l’avvertimento che, in caso di inottemperanza, la proprietà dell’area sarebbe passata gratuitamente all’Amministrazione, come previsto dalla normativa. Impugnati gli atti davanti al TAR della Toscana, il ricorso viene respinto nel 2008; la proprietà ricorre quindi al Consiglio di Stato che lo scorso mese di giugno conferma il giudizio e la bontà della linea intrapresa dal Comune.
Adesso toccherà ai competenti uffici comunali compiere i passi successivi per l’esecuzione delle ordinanze.
“Sebbene arrivi dopo tanto tempo, questa sentenza conferma la linea che il nostro Comune ha sempre portato avanti, sulla base di un’attività meticolosa di controllo e prevenzione – ricorda il sindaco Lorenzo Falchi – Gli abusi contestati sono rilevanti e realizzati senza alcun rispetto delle regole poste a tutela del nostro territorio, per di più in un’area di pregio. Il territorio e il paesaggio sono beni comuni da tutelare e le regole poste a salvaguardia sono strumenti volti a preservarlo nel modo migliore per le generazioni future”.
“Al di là del merito della questione specifica, questa sentenza conferma un principio fondamentale: nel nostro territorio non c’è posto per chi vuole fare il ‘furbo’ e violare le regole – afferma l’assessore all’Urbanistica Damiano Sforzi – Il lavoro di controllo, prevenzione e repressione è stato, è e continuerà ad essere costante, rigoroso e senza eccezioni, perché il bene in gioco è troppo prezioso per ammettere esitazioni”.