, capogruppo del Pd, è uno degli otto “ribelli” firmatari della mozione di sfiducia contro Sara Biagiotti. Prima dell’approvazione dell’atto in occasione del consiglio comunale di martedì 21 luglio, Kapo si è lasciata andare ad un lungo pianto. Quell’immagine, in pochi minuti, ha fatto il giro dei social network, soprattutto Facebook, dove le lacrime della dissidente sono state etichettate come “lacrime di coccodrillo”.
“Erano lacrime vere – replica lei a La Nazione – chi mi conosce bene lo sa. Io non piango mai o quasi mai perché da quando avevo cinque anni ho dovuto affrontare cose più grandi di me. Erano lacrime vere perché tutti noi eravamo coscienti di stare per fare un gesto molto forte che molti sestesi non avrebbero capito: assicuro che nessuno di noi ha preso questa decisione e l’ha portata fino in fondo a cuor leggero. Sono scoppiata a piangere dopo l’intervento del consigliere Andrea Guarducci che ha toccato un nervo scoperto parlando anche dei nostri familiari e delle persone che di riflesso sono state coinvolte da questa nostra decisione.
Sono arrivata in Italia con la mia famiglia dall’Albania nel 1992 – dice – sono a Sesto dal 1995 e qui ho sempre vissuto bene. Nel 2010, dopo 18 anni, proprio nel Comune di Sesto mi è stata conferita la cittadinanza italiana e, dopo tante difficoltà, è stato un momento importantissimo. Quando sono arrivata in consiglio comunale, l’anno scorso, per me si è trattato di un modo per mettermi a servizio di una comunità che mi aveva accolta. Quindi quanto è accaduto mi fa particolarmente male anche se ribadisco che resto convinta di tutte le motivazioni che abbiamo espresso nella mozione, che non rinnego affatto.
Il futuro? Il Pd è il mio partito e non capisco perché si debba espellere chi ha portato avanti le istanze del programma del partito. Io faccio politica da otto anni, ho iniziato in ambito universitario e poi ho continuato. Spero che l’espulsione non ci sia: se così non sarà però continuerò a impegnarmi. La politica si può esercitare anche in altri ambiti, nelle associazioni o nel volontariato ad esempio, e io continuerò a farlo“.
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