Il 15 maggio 2014 in seguito al fallimento della Richard-Gimori avvenuto più di un anno prima, i curatori fallimentari si sono trovati costretti a chiudere il Museo per eliminare i costi di gestione.
Il Museo conserva pezzi in maiolica e porcellana realizzati dalla Manifattura Ginori dal 1737 ad oggi. Sono ordinati secondo le fasi storiche della Manifattura che coincidono fondamentalmente con la successione dei Marchesi Ginori che ne frono proprietari fino alla fine dell’Ottocento. Tra le opere più recenti quelle disegnate dal celebre architetto Gio Ponti che collaborò che la Richard-Ginori negli anni Venti del secolo scorso.
Nonostante un’interrogazione della senatrice SEL, Alessia Petraglia, al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini, e le campagne promosse da alcune associazioni, tra cui Sesto TV, il Museo è ancora chiuso.
Gli amici della ceramica e porcellana antica e ispirata all’antico rilanciano ora una petizione su change.org
Questo il testo:
Con questo appello si cerca di sensibilizzare tutto il tessuto sociale locale, regionale, nazionale ed anche oltre, affinché possa essere riaperto e reso fruibile a tutti un pezzo di storia italiana ed europea, oggi apparentemente dimenticato, sotto l’indifferenza di tutti. Chi ha veramente a cuore la porcellana e tutta la storia millenaria che l’accompagna ha voluto questa iniziativa e conta che tutti coloro che la pensano alla stessa maniera la sostengano con la speranza che davvero qualcosa possa cambiare. Un intero gruppo di Facebook, Gli amici della ceramica e porcellana antica e ispirata all’antico, nelle persone dei loro amministratori e di una parte degli iscritti, da tutta Italia, si sta facendo promotore della campagna per far riaprire di nuovo la struttura. Firma anche tu se pensi di condividerne le ragioni.
STEFANO NICCOLI