“Ma poi è obbligatorio essere qualcuno?” diceva il Conte Mascetti parlando del Perozzi in Amici miei.
Nel giorno del saluto al vecchio Liceo Agnoletti di Sesto Fiorentino, mi sento di parafrasare in “Ma poi è obbligatorio essere belli?”
La risposta è no.
Il nostro Liceo non è bello. E’ freddo, squadrato. Alcune aule non sono particolarmente spaziose…ma è il nostro Liceo. E con nostro intendo di tante generazioni di ragazzi che qui si sono formati e preparati alla vita. Studiando, ma non solo. Le assemblee, gli scioperi, le forche, le giornate di musica in giardino, gli amori, sono stati altrettanto importanti per la nostra crescita.
Eravamo adolescenti e da quelle grandi finestre scrutavamo il futuro rincorrevamo sogni. Cari compagni di scuola, come vorrei che i vostri si fossero realizzati, ma se proprio così non fosse rimane il percorso che abbiamo fatto e, credetemi, senza di voi, senza la vostra preziosa quinquennale presenza, almeno il mio sarebbe stato diverso.
Ora è arrivato il momento del saluto e così dopo aver penato con l’Addio ai Monti del Manzoni, oggi caro Liceo siamo a dire addio a te. Le tragedie della vita sono altre e non è questo il momento di parole roboanti e tristi, ma lo stesso non è facile salutarti.
Per qualche attimo ci siamo sentiti meno donne e uomini formati rispetto a quello che spesso crediamo di noi stessi. Ci è scappata qualche lacrimuccia, ma so che ci perdonerai. L’emozione è stata forte e sai che ti vogliamo bene. Ciao vecchio, caro Liceo Agnoletti.
DANIELE NICCOLI