Prendiamo atto di quanto pubblicato sul sito del Ministero circa la conclusione dell’Iter di Valutazione di Impatto Ambientale sul Nuovo Aeroporto di Firenze.
Dopo un anno, i due Ministri (Ambiente e Beni Culturali) si ritrovano esattamente allo stesso punto, ovvero al parere 2235 del 2/12/16, che naturalmente NON era piaciuto al Proponente, tanto da far posporre il Decreto di VIA per un anno con l’intento di ridurre il quadro prescrittivo tramite un supplemento di VIA confezionato ad arte con l’improprio recepimento della NUOVA Direttiva VIA UE 52/2014 tanto da far insorgere diverse Regioni (ricorsi alla corte costituzionale) e tante associazioni (incluso le nostre) con ricorsi e petizioni al Parlamento UE.
L’obbiettivo di ammorbidire le prescrizioni è miseramente fallito visto che nella nota apparsa sul sito del ministero si riconfermano “” integralmente l’intero quadro prescrittivo e ritenendo le informazioni fornite successivamente dal Proponente non rilevanti e comunque tali da non variare il giudizio di compatibilità già espresso.””
Se i Ministri emetteranno il Decreto di VIA come abbiamo sempre dichiarato, verificheremo ed eventualmente lo impugneremo nelle dovute sedi.
Nel frattempo però abbiamo preso atto che sulla pista attuale 05/23 non sono state verificate le prescrizioni del Decreto di VIA Ministeriale 0676/2003, “obbligatorie” dopo il “rinvenimento” del Decreto Decisorio del Presidente della Repubblica.
Dal nostro punto di vista l’attuale aeroporto/pista non sarebbe a norma di legge,
per questo abbiamo richiesto da diversi giorni agli organi competenti, Ministero dell’Ambiente in primis, di farci sapere a fronte di quale legge, prassi consolidata e/o autorizzazione oltre a diversi dubbi tecnico-infrastrutturali sollevati, come un aeroporto può arrivare ad una gestione di un traffico aeroportuale di 2,5 milioni di passeggeri “declinando” gli adempimenti del Decreto di VIA 0676/2003 per ammissione dello stesso proponente/gestore.
Non ci sarebbero altri atti per quanto di nostra conoscenza, che autorizzino il gestore per arrivare a questo tipo di sviluppo aeroportuale, se non tramite tale Decreto 0676, da cui poi ne deriverebbe l’obbligo TOTALE delle “prescrizioni” e delle relative verifiche di ottemperanza.
Attendiamo perciò risposte precise, puntuali e veloci, dai soggetti deputati agli obblighi di verifica e controllo fra cui anche la Regione ed Arpat.
Coordinamento Comitati per la Salute della Piana di Prato e Pistoia