Il Tar toscano ha rinviato l’udienza sul ricorso presentato da Prato, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Calenzano, Carmignano, Poggio a Caiano, Signa, che, lo scorso marzo, hanno impugnato il decreto di Via, emanato dal ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali, sulla nuova pista dell’aeroporto di Firenze.
Il presidente del tribunale amministrativo, infatti, ha sospeso il procedimento in attesa che la Corte Costituzionale si esprima sul decreto legislativo del 2017, l’atto che ha aperto la strada alla procedura semplificata sulla valutazione di impatto ambientale. La Consulta, infatti, sulla fattispecie e stata tirata in ballo da otto Regioni (Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Puglia, Sardegna, Sicilia, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di #Trento).
Cosi, in attesa della pronuncia, il Tar si è messo in attesa.
“È ragionevole aspettarsi una sentenza della Corte Costituzionale nel giro di poche settimane, per cui la scelta di rinviare l’udienza del Tar era attesa e condivisibile“, spiega il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi all’agenzia di stampa Dire. “Il nostro stesso ricorso pone grossi interrogativi circa la costituzionalità della normativa in forza della quale si e arrivati in fretta al decreto di Via“. Per questo, conclude, “chi parlava di cantieri prossimi a partire, evidentemente, ha tralasciato di fare i conti con la realtà di un’opera estremamente problematica sotto tanti punti di vista. L’auspicio è che questo rinvio possa essere l’occasione per porre fine all’inerzia della politica e delle istituzioni, immobili e in attesa che i giudici decidano al posto loro“.
Caro Sindaco Falchi spero tanto che questi cantieri non si avviino ma vedo tanta pubblicità per il sì!!
Non sono il sindaco ma ti rispondo io,tanta pubblicita’..tutta a pagamento sulla Nazione,dovrebbe farti stare piu’ tranquilla,piu’ ne fanno e piu’ pensano che stanno perdendo terreno.Se fossero cosi’ sicuri delle loro carte non farebbero proprio nulla,anche Nardella fa solo propaganda con nulla in mano.Vedrai che rimarranno con un pugno di mosche.