Apre alla grande la mostra “Vom Weib” (Della Donna) a Firenze

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Bagno di folla per l’apertura della mostra “Von Weib (Della donna) – Viaggio nella Griffelkunst simbolista tra ‘800 e ‘900” organizzata presso il Deutsches Institut di Firenze in Borgo Ognissanti. Venerdì 15 settembre alle 17 i locali del noto Istituto di cultura tedesca si sono infatti riempiti di appassionati d’arte accorsi per ammirare una accattivante selezione di opere incisorie realizzate a cavallo fra ‘800 e ‘900 dai migliori autori di area germanica. Tra loro Max Klinger, Otto Greiner, Sigmund Lipinsky, Franz von Stuck, Alois Kolb, Bruno Héroux, Albert Welti, Rudolf Jettmar, Joseph Uhl, Heinrich Vogeler ed altri ancora.

Le 46 incisioni esposte nelle accoglienti sale del Deutsches Institut sono state messe a disposizione dal curatore dell’esposizione, il collezionista Emanuele Bardazzi, che ha costruito un focus di due importanti esposizioni dedicate alla grafica promosse dal gruppo La Soffitta Spazio delle Arti in collaborazione col comune di Sesto Fiorentino per il progetto Alto-Basso: Incubi nordici e miti mediterranei: Max Klinger e l’incisione simbolista mitteleuropea del 2014-2015 e La vergine e la femme fatale: l’eterno femminino nell’immaginario grafico del Simbolismo e dell’Art Nouveau della scorsa primavera. Sono circa 40 le opere già presentate nelle due rassegne citate; ad esse il curatore ha aggiunto alcune new-entry di grande fascino. Nel dettaglio, di Klinger sono esposte alcune celebri incisioni tratte dai cicli Eva e il futuro, Intermezzi, Amore e Psiche, Una vita e Un amore, fino alla versione ad acquaforte dell’Isola dei morti dipinta da Arnold Böcklin a cui il pittore di Basilea aveva aggiunto in un secondo tempo la piccola barca che trasporta la bara con la figura della sposa ammantata di bianco che accompagna il defunto, ispirandosi alla triste vicenda di Marie Berna, la vedova committente che desiderava “un quadro per sognare”, un’opera consolatoria e di addio al consorte per lenire il grande dolore della perdita.

Accanto a quelle di Klinger figurano, poi, incisioni dei tedeschi-romani Otto Greiner e Sigmund Lipinsky che scelsero l’Italia come loro seconda patria e Roma la città in cui vivere ed operare, facendo rivivere nel paesaggio mediterraneo le loro fantasie mitologiche. Mentre il primo esibisce un aspetto spesso negativo e funesto della donna come strumento di tentazione diabolica (da Ulisse e le sirene a Eva, il diavolo e il peccato dal ciclo Vom Weib), il secondo ne propone invece una rappresentazione più delicata, serena e sognante come ad esempio nella bellissima Calma marina, una teoria di nudi femminili accarezzati dalla brezza marina sul litorale di Terracina.

Di Franz von Stuck è esposta Sensualità, l’acquaforte da cui poi derivarono le varie versioni del dipinto scandalo Il peccato, siamo di nuovo di fronte ad un immagine conturbante e luciferina, mentre con il ciclo Vae Solis di Bruno Héroux, di cui sono esposti due fogli, viene affrontato simbolicamente il tema atavico ed eterno del conflitto tra i sessi. Completano il florilegio gli altri autori che di volta in volta offrono visioni mitologiche, oniriche, drammatiche, finanche ironiche e satiriche in cui la donna è al centro della rappresentazione.

L’ideatrice della mostra è Raffaella Nardi, responsabile culturale del Deutsches Institut.
Quando ho visitato La vergine e la femme fatale: l’eterno femminino nell’immaginario grafico del Simbolismo e dell’Art Nouveau a Sesto Fiorentino sono rimasta affascinata dalle opere esposte – racconta lei stessa – ed è nata l’idea di riproporla da noi centrata sugli autori di area germanica. Ho avuto poi il piacere di conoscere Emanuele Bardazzi che ha accolto con entusiasmo il nostro invito e portato oggi nelle nostre sale una selezione di incisioni di fascino straordinario che sono certa conquisteranno anche il pubblico fiorentino”. “Ho risposto con gioia all’invito del Deutsches Institut – aggiunge Bardazzie ho pensato di unire idealmente le due mostre fatte a Sesto Fiorentino proponendo il punto di vista dei grandi artisti tedeschi dell’epoca a cavallo fra ‘800 e ‘900. Questa esperienza mi ricorda un’altra esposizione curata circa 20 anni fa a Villa Romana in quella che era la casa-atelier di Max Klinger e che lui poi adibì a pensionato per giovani autori del suo Paese. La rassegna fu intitolata Il sogno mediterraneo. Artisti tedeschi in Italia fra ‘800 e ‘900 e la selezione che ho voluto proporre qui al Deutsches Institut si ispira proprio a quell’esperienza”. All’inaugurazione ha presenziato anche il responsabile del gruppo la Soffitta Spazio delle Arti di Sesto Fiorentino, Francesco Mariani.

L’esposizione, ad ingresso gratuito, è visitabile tutti i giorni sino al 30 settembre con orari 11-13 e 15-19. Nell’ambito della mostra, venerdì 22 settembre alle ore 19, si terrà un suggestivo concerto degli artisti Mya Fracassini e Gabriele Micheli dal titolo “Divine, donne seduttrici e angelicate in musica”.

Saranno proposti brani musicali ispirati o dedicati a figure femminili nella storia di tutti i tempi. Figure mitologiche, letterarie, teatrali, cinematografiche che incarnano vari aspetti del femminile tra i poli più estremi della seduttrice e della donna angelicata. Un viaggio anche attraverso diversi stili musicali, tra barocco, opera, lirica da camera, canzonetta e altro. L’ingresso è libero ma è necessaria la prenotazione via mail all’indirizzo [email protected].

La Soffitta Spazio delle Arti

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