Barriere antirumore: i malumori di una cittadina e le spiegazioni dell’assessore Kalmeta

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Barriera antirumore
Foto ripresa dalla pagina Facebook di "Sottitreno-Padule"

Ventiquattro persone, tutte rigorosamente distanziate e con le mascherine. Nella serata di lunedì 19 ottobre il Circolo ARCI di Padule ha ospitato l’incontro pubblico (video Facebook) sul progetto d’installazione, a cura della società Italferr/RFI, delle barriere fonoassorbenti lungo le strade adiacenti la ferrovia. A rappresentare il Comune di Sesto Fiorentino c’era Massimiliano Kalmeta, assessore ai lavori pubblici.

Il giorno dopo l’evento ci siamo messi in contatto con Beatrice Bongianni, una delle organizzatrici. “L’assessore è stato molto disponibile, ma fermo su un punto: la decisione è stata presa molto tempo fa. I termini per poter presentare osservazioni sono scaduti da otto anni. La vicenda si è svolta tra il 2009 e il 2012, ma i residenti chiedono le barriere antirumore da quarant’anni. Il problema è che saranno realizzate alte otto metri, con una prima parte in calcestruzzo e sormontate da pannelli metallici. L’assessore sta gestendo situazioni pregresse. L’iter legislativo di comunicazione è terminato. La società appaltante aveva solamente l’obbligo di comunicare, su due testate nazionali, l’avvio dell’iter delle osservazioni dei cittadini. I quotidiani scelti sono stati Repubblica e Il Sole 24 Ore, ma ciò non vuol dire che i sestesi abbiano letto gli articoli.

Durante l’incontro Kalmeta ci ha detto di aver chiesto a Italferr cosa fosse possibile fare. Non essendoci un errore progettuale, la società non è disposta a mettere in discussione il progetto.

All’assessore ho chiesto informazioni sui vincoli paesaggistici: possibile che questo problema ci sia per quanto riguarda la duna antirumore al Polo scientifico e non per i pannelli alti otto metri?

I cittadini sono molto arrabbiati, sia con Italferr che con l’assessore. Perché a Quinto le barriere saranno costruite in vetro e a Padule no? Il Comune non è interessato a farsi carico dei problemi dei privati: questa è la percezione avuta da gran parte dei partecipanti all’incontro pubblico. Io personalmente ho un’altra opinione: è vero, le barriere creano una cicatrice in città, ma ormai è tardi perché l’amministrazione possa fare qualcosa. Ci è stata indicata una strada ben precisa: dobbiamo essere noi cittadini a trovare l’errore progettuale”.

Torniamo a otto anni fa. Il 20 novembre 2012 la giunta guidata dal sindaco Gianni Gianassi approva, con delibera numero 178, “La presa d’atto del lotto nord del progetto definitivo degli interventi di risanamento acustico lungo la rete ferroviaria nel Comune di Sesto Fiorentino, presentato da RFI S.p.A.”. Nel documento si legge, tra le altre cose, che “il progetto prevede l’utilizzo di pennellature in vetro in corrispondenza di viale dei Mille, via Pavese/viale Machiavelli, via di Rimaggio, via dei Ciompi, via della Quercioli/viale Giulio Cesare, nonché in corrispondenza di ricettori particolarmente vicini alla sede ferroviaria“.

Per avere un quadro più chiaro della situazione e per completezza d’informazione abbiamo chiamato anche l’assessore Massimiliano Kalmeta: “Dopo aver ottenuto la delega ai lavori pubblici (ottobre 2018, ndr), alcuni cittadini mi segnalarono una forte criticità relativa al materiale di realizzazione delle barriere che, oggettivamente, è impattante. L’opera si trova non in una fase di progettazione, ma di esecuzione. Non ho la legittimità di riprendere in mano la procedura, ma mi sono preso l’impegno di interloquire col soggetto gestore per capire se c’è la possibilità di apportare delle modifiche al progetto, senza ovviamente infrangere le normative, in particolare per quanto riguarda l’eventuale inserimento di elementi trasparenti sulla pennellatura.

Il soggetto gestore ci ha presentato delle problematiche, legate soprattuto agli step procedurali. Italferr/RFI, come stazione appaltante, non ha la legittimità di proporre una variante a un’opera in fase di costruzione.

Comprendiamo il disagio dei cittadini, ma dobbiamo partire da un dato di fatto: l’opera deriva da un’approvazione di una conferenza di servizi datata 2012. Come rappresentante di un ente pubblico mi impegnerò senza forzare le procedure, ma non ho la macchina del tempo. Ovviamente il Comune non abbandona la questione. Insieme all’ente gestore ci impegneremo a mitigare l’impatto delle barriere una volta realizzate. Non posso imporre ciò che non rientra nelle mie potestà, ma la partita non è chiusa, non mi arrendo”.

STEFANO NICCOLI

 

 

 

 

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