Si è tenuto nella mattinata di lunedì 19 maggio, davanti alla sede del CNR di Sesto Fiorentino, dentro il Polo universitario, un flash mob del movimento dei precari uniti (che hanno sfilato conducendo trolley, prima di fotografarsi con uno striscione con la scritta “Basta precariato al Cnr”, composto da ricercatrici e ricercatori (centinaia in tutta Italia) che stanno svolgendo le loro attività con contratto a tempo determinato. Grazie ai fondi del PNRR infatti in questi anni si sono aperte numerose attività di ricerca, che però al momento, senza un vero investimento da parte dello Stato, sono destinate all’estinzione.
Per l’area di ricerca del CNR di Sesto Fiorentino, si parla di 50 persone che avrebbero già diritto alla stabilizzazione, ma che appunto si trovano prive di prospettive.
Il flash mob, che si è tenuto in contemporanea con analoga iniziativa di fronte alla sede del CNR di Roma, ha lo scopo di spingere l’ente ad attivare le procedure che dovrebbero portare poi alle previste stabilizzazioni, ma che al momento sono bloccate e rischiano per questo ritardo di non Essere realizzate.
Il flash mob si è caratterizzato per il simbolo delle valigie, a dimostrare come, in assenza di stabilizzazioni, ricercatrici e ricercatori saranno destinati a lasciare il nostro paese per portare le loro competenze altrove.
L’appuntamento di oggi si collega a quello di lunedì scorso, quando le assemblee precarie dell’università manifestarono in occasione dello sciopero dei precari promosso dalla FLC CGIL e insieme i due appuntamenti costituiscono un grande grido d’accusa nei confronti del governo, che pare non avere alcuna intenzione di stabilizzare questo personale altamente qualificato, di fatto cacciandolo dal sistema della ricerca del nostro paese.
È un’idea profondamente sbagliata, che ritiene la ricerca solo un ambito di sfruttamento della produzione scientifica e intellettuale fino a quando fa comodo.
Noi abbiamo un’idea di paese completamente diversa: la ricerca è un settore lavorativo fondamentale per il futuro, cui devono essere assicurati finanziamenti e stabilità. È la stessa idea di paese che noi vogliamo propugnare con i referendum dell’8 e del 9 giugno.
Flc Cgil Firenze