Come scrive il Corriere Fiorentino, la Piana dice no al centro immigrati schierandosi con il governatore Enrico Rossi. Le grandi città dicono sì e stanno con il ministro degli Interni Marco Minniti. La Toscana si divide sulla realizzazione di un centro permanente per i rimpatri. L’acronimo “Cpr” indica una struttura che raccoglie i migranti che si macchiano di reati gravi o che siano considerati pericolosi: per questo inseriti nella lista prioritaria delle persone da rimandare nei loro Paesi d’origine.
Minniti ha cercato la sponda di Dario Nardella per l’operazione, ricordano che il centro immigrati andrebbe “individuato in una località che sia nei pressi di un aeroporto”. Solo due possibilità dunque: nella Piana fiorentina o nel Pisano. Nardella ha accolto senza indugi l’invito: “Su questo – ha detto – non sono disposto a chiudere gli occhi. D’accordo con i sindaci toscani lavoreremo per l’individuazione del luogo più idoneo, augurano che anche la Toscana possa far la sua parte“.
“Non si può fare“, taglia corto il sindaco di Calenzano Alessio Biagioli (Mdp). “La scelta va contro il sistema dell’accoglienza diffusa: chi delinque ha un suo percorso a prescindere“.
Il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi (Pd) dice di “non comprendere l’impostazione di prevedere nuovi strumenti di questo genere: sono luoghi di violazione dei diritti umani elementari“.
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Tra i più difficili da convincere ci sarà il sindaco sestese Lorenzo Falchi (SI) che manda con un messaggio ai suoi colleghi favorevoli al centro rimpatri e al governo: “Non accetterei una decisione calata dall’alto” e qualora Sesto fosse scelta per ospitare il Cpr “non mi riguarderei a dire no. Condivido la posizione della Regione, questi centri sono una riedizione in nuova salsa dei Cie“.