Chiudere le fabbriche che non producono beni non essenziali. Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil di Firenze, lancia un appello ai sindaci dei Comuni fiorentini. Ricordiamo che all’appello hanno già aderito i primi cittadini di Sesto Fiorentino, Calenzano, Campi Bisenzio e Signa.
“Stiamo entrando nella settimana più complicata di questa pandemia che ha colpito il mondo. La settimana prossima ci attende il picco più importante di espansione del virus, ed il governo sta intervenendo, ogni giorno, cercando di ridurre il più possibile il rischio di contagio, con limitazioni alle attività all’aperto e quanto abbiamo visto nei giorni scorsi con i vari Decreti del Presidente del Consiglio. Giusto. Tuttavia, visto quanto sta accadendo e la necessità di ridurre il rischio di contagio, sorge spontaneo porsi una domanda: i vari Decreti non prevedono la chiusura delle attività produttive, e indicano, invece, come sta scritto nel protocollo d’intesa tra le Organizzazioni Sindacali, Confindustria, le altre organizzazioni datoriali ed il Governo stesso, la necessità assoluta di lavorare nelle Condizioni di sicurezza. Il Protocollo è stato per le Organizzazioni Sindacali uno strumento fondamentale per definire in maniera certa e chiara le aziende che hanno le condizioni di sicurezza per continuare a lavorare e quelle che invece non le hanno, e ha finalmente ristabilito il ruolo fondamentale delle Istituzioni locali: la condizione di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è parte essenziale delle condizioni di salute pubblica, la quale è responsabilità dei Sindaci. Un Sindaco ha tutto il diritto di chiedere alle aziende che non sono in grado di rispettate quelle condizioni di chiudere e sanificare gli ambienti, in quanto possibile elemento di rischio per la salute dei lavoratori e di tutta la Comunità.
Per questo oggi rivolgiamo ai Sindaci di tutti i Comuni della Provincia (alcuni come Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio hanno già accolto la nostra richiesta).
Grazie al Protocollo del 14 Marzo, la CGIL ha istituito in tutti i luoghi di lavoro i comitati per gestire la fase di crisi legata al Coronavirus, ed il Decreto “Cura Italia” ha istituito tutti gli elementi per gestire i fermi e i rallentamenti produttivi, senza licenziare i lavoratori, ma utilizzando gli ammortizzatori sociali: oggi più che mai è necessario chiedere di chiudere tutte quelle aziende che producono beni non essenziali e non sono in grado di garantire le condizioni di sicurezza previste dal protocollo.
Laddove non ci sono le possibilità di lavorare senza rischi è giusto anche per i lavoratori dire #iorestoacasa, e la Fiom è a disposizione, con gli RLS e gli RSU eletti nelle nostre liste, per identificare ogni azienda dove ciò è necessario.
La salute di tutti e tutte è più importante di ogni margine di profitto”.