Sono più che condivisibili le preoccupazioni espresse nelle scorse settimane da Mauro Lodovisi, coordinatore della consulta dei tecnici del Comune di Campi Bisenzio. Non è sufficiente parlarne sui giornali. Si convochi subito la II Commissione “Assetto del territorio” e si preveda l’audizione del coordinatore della consulta dei tecnici.
Si esprime così Paolo Gandola, Capogruppo di Forza Italia a Campi Bisenzio prendendo posizione in merito al dibattito innescato nelle settimane scorse circa la concreta possibilità che si giunga all’estinzione dell’edilizia a Campi Bisenzio.
Le preoccupazioni avanzate da Lodovisi, continua Gandola, sono più che legittime e dipendono da due normative: il piano paesaggistico adottato dalla regione Toscana e le limitazioni che la nuova proposta di legge regionale sul rischio idraulico intenderebbe introdurre.
Per quanto riguarda il piano paesaggistico della regione Toscana, è dal novembre del 2014, prima dunque della sua adozione, che noi di Forza Italia ne contestiamo i contenuti.
Fin da allora, infatti, presentammo una Mozione che impegnava il Sindaco del Comune di Campi a richiedere il ritiro del piano paesaggistico che ancora doveva essere approvato dal Consiglio regionale, per evitare che Campi Bisenzio diventasse un luogo di immobilismo dove risultasse impossibile fare impresa con nuovi investimenti produttivi. L’atto fu, tuttavia, bocciato dal Pd ed ora stiamo parlando dei nefasti frutti che determinerà su Campi.
Forza Italia denunciò fin da subito che con l’adozione del nuovo piano si sarebbe corso il rischio di azzerare gli investimenti produttivi sul nostro territorio per i prossimi decenni, con un costo sociale ed economico folle ed inaccettabile. A noi parve immediatamente evidente che la nuova normativa si sarebbe configurata come una vera e propria spada di Damocle sullo sviluppo economico e sociale caratterizzandosi come una visione del tutto statica del territorio toscano, visto ed inteso come luogo non dinamico reso assolutamente impermeabile alle necessarie variazioni che possono essere determinate dall’intervento dell’uomo.
Il piano adottato, infatti si caratterizza per un impianto rigido, burocratico e astratto una vera e propria follia dirigista che ricorda i piani quinquennali di sovietica memoria. Ne discende una visione anacronistica, imbevuta di ideologia e lontana delle esigenze reali della nostra regione. Un piano, di tremila pagine, che è risultato fin da subito contro la Toscana, contro la sua economia e contro la libertà di tutti i soggetti che ne compongono il tessuto istituzionale ed economico, pretendendo di predeterminarne il futuro, in spregio di millenni di storia.
E’ per questo che le preoccupazione di Lodovisi del rischio di imbalsamazione degli investimenti sul nostro territorio sono più che legittime. Il piano adottato ha aumento la burocrazia, sgretolato le prerogative dei Comuni, bloccato l’attuazione dei Piani Regolatori attualmente vigenti e quindi lo sviluppo economico del nostro territorio e ora finirà per disattendere le legittime aspettative dei cittadini.
Se in questo contesto già nefasto aggiungiamo la possibile adozione della nuova proposta di legge regionale sul rischio idraulico il cortocircuito sarà completo. Una vera e propria mazzata finale per i migliaia di cittadini che da anni attendono la possibilità di dare avvio a lavori di costruzione sui propri terreni e sui quali hanno sino ad ora hanno profumatamente pagato le tasse.
Si convochi dunque subito una commissione territorio e si preveda la presenza del coordinatore dei tecnici per approfondire insieme tutti questi aspetti. Non si banalizzi il tema, come ha già fatto, frettolosamente, l’assessore Salvi. Si tratta di questioni complesse niente affatto peregrine e che saranno una nuova sciagura per l’intero tessuto sociale ed economico della nostra città; come Forza Italia potremmo rivendicare il fatto che noi avevamo denunciato tutti questi rischi ormai dal lontano 2014 e che la maggioranza targata PD aveva bollato le nostre evidenze come irrisorie e mistificatrici, oggi, purtroppo, ecco la realtà , conclude Gandola.