E’ bastato un gesto, semplice quanto violento, per farlo diventare il simbolo del calcio malato. Un pugno in faccia all’allenatore dei Giovanissimi Regionali della Cattolica Virtus Andrea Gioli. Il “protagonista” in questione è Rosario Seadan, 24 anni, ormai ex dirigente della Sestese. Il tecnico del club giallorosso è stato dimesso dall’ospedale di Careggi lunedì 26 gennaio. Martedì 27 tornato a seguire l’allenamento dei suoi ragazzi, ma ancora non sa quando potrà tornare alla guida della squadra.
Un episodio, quello accaduto domenica 25 allo stadio Torrini di Sesto Fiorentino, vergognoso e riprovevole. Da condannare assolutamente. Il ragazzo verrà denunciato, ma potrebbe rischiare anche il Daspo, cioè il divieto di partecipare alle manifestazioni sportive (LEGGI QUI).
A pochi giorni dall’accaduto, parla proprio Rosario Seadan, intervistato da La Nazione:
“Non ci sono scusanti, non ci sono giustificazioni per quello che ho fatto. Ho sbagliato. La partita è stata spigolosa, c’erano stati battibecchi in campo e fra le due panchine, e le gare con la Cattolica sono sempre state molto sentite. Ma questo non giustifica quello che ho fatto. Ho ripensato a lungo a quei momenti: a fine partita quando ho visto che i ragazzi si raccoglievano in mezzo al campo, ho perso le staffe, ho corso e ho colpito l’allenatore con un pugno. Ne ho parlato anche con mio padre. Non ho trovato una spiegazione al mio comportamento, senonché in certi momenti si perde la calma, la ragione. Sono tante le cose che dopo ti passano per la testa: amarezza e delusione verso me stesso, rabbia. Vorrei scusarmi con tutte le persone coinvolte in questa brutta vicenda. Sono davvero dispiaciuto. Quel pugno mi è costato molto, e forse molto mi costerà ancora. Lo accetto. La decisione della Sestese è giusta. Ho perso il lavoro che facevo. Alla Sestese con il mio comportamento ho procurato un grandissimo danno. Vorrei scusarmi anche con loro che mi avevano dato fiducia. Cosa vorrei dire al tecnico della Cattolica? Intanto che mi fa piacere che sia stato dimesso dall’ospedale. Spero che stia meglio e si rimetta presto. Vorrei chiedergli scusa, sinceramente». E ai ragazzi della squadra della Sestese? «Vorrei scusarmi anche con i ragazzi della nostra formazione. Ho sentito il mister, e spero che attraverso di lui giunga un messaggio anche a loro. Non devono fare come me, non è me che devono prendere ad esempio. Anche se si perde la calma, non si deve mai arrivare alla violenza“.
STEFANO NICCOLI