Cittadinanza onoraria ai bambini saharawi, Cavallo (M5S): “Ecco perché mi sono astenuto”

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Durante il consiglio comunale di venerdì 29 luglio è stata conferita la cittadinanza onoraria simbolica ai bambini saharawi (LEGGI QUI). L’ordine del giorno è stato approvato a larga maggioranza con la sola astensione del Movimento 5 Stelle. Di seguito riportiamo il comunicato di Pietro Cavallo, in cui il capogruppo pentastellato spiega i motivi della sua astensione.

Il M5S non ha nulla da eccepire sul gemellaggio e sull’atto politico della cittadinanza ai bambini di questo popolo. Il nostro movimento è a fianco di TUTTI i popoli oppressi della terra; il sindaco di Livorno, Nogarin, ha conferito la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, capo di un altro popolo oppresso, quello del Tibet.

La nostra posizione deriva dalla necessità di chiarimenti sull’aspetto economico di questo gemellaggio; si parla di alcune decine di migliaia di euro all’anno (cifre da accertare).

Abbiamo visto, nel corso di questi decenni, tante azioni di aiuti economici verso il continente africano, per poi constatare che, nella maggior parte dei casi, a beneficiarne erano le solite minoranze elitarie, insieme ai rappresentanti dei popoli che promuovevano tali aiuti.

La situazione di crisi in cui versa il continente africano è tenuta in “vita”, ad arte, dalle varie lobbies internazionali che speculano su tale fenomeno, con l’aiuto di rappresentanti politici corrotti votati, spesso, da tanti buonisti dell’ultima ora.

In un momento in cui anche i cittadini sestesi soffrono della crisi economica che attanaglia il nostro paese (pensionati al minimo, disoccupati, commercianti in difficoltà che si vedono richiedere anche una tassa sull’ombra), e ancora, in un momento in cui l’amministrazione comunale è costretta a degli equilibrismi per far quadrare il bilancio, noi del M5 Stelle chiediamo maggiore attenzione sulle modalità di spesa delle ridotte risorse di cui dispone il nostro comune.

Gradiremmo che il sindaco Falchi ci chiarisse, in maniera dettagliata, i costi sostenuti (compreso quelli di eventuali “missioni” dei nostri rappresentanti presso i loro territori) nell’ambito del gemellaggio con il popolo Sahrawi“.

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