Nel prossimo ottobre il congresso regionale del Pd eleggerà il nuovo segretario. I candidati sono Valerio Fabiani, referente regionale della corrente di Andrea Orlando e Simona Bonafè di area renziana. Decaduta invece la candidatura di Federico Gelli che sosterrà la stessa Bonafé.
L’ufficializzazione delle candidature ha indotto il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi, a questa riflessione riportata sulla pagina Facebook:
“Lo dico ora che le bocce sono ferme. Cioè si è già definita e ufficializzata la questione delle candidature a segretario al congresso regionale del Pd, il mio partito.
Porto dentro una inquietudine e un malessere che non si placano. Provo questi sentimenti sin dall’inizio di questo percorso congressuale e la mia speranza, mi sono anche attivato in questo senso, era che le cose si modificassero e il partito riscoprisse quel coraggio e quell’osare “senza avere reti di protezione” che ha perduto da un po’ e che credo convintamente abbia le potenzialità di recuperare.
Invece siamo partiti male, poi abbiamo vissuto una estate di disquisizioni e contrapposizioni solo nominalistiche sui giornali e abbiamo terminato peggio.
Mi riferisco ai tempi e ai modi.
Credo che un congresso di questa importanza rappresenti un passaggio centrale nel processo che dovrebbe rilanciare il Pd all’esterno (le primarie del 14 ottobre stesse dovrebbero servire a ciò) provando a riconneterlo con la società in modo umile e inclusivo.
Per farlo davvero ci sono 3 necessità che ho sottoposto più volte sia in forma interna, sia sui giornali (in particolar modo nella intervista su Repubblica di inizio Agosto) da cui partire.
1-Discutere di contenuti, cioè di che idea di Regione (ricordo a tutti nel 2020 si vota per il rinnovo della amministrazione regionale e la partita non si annuncia semplicissima) immaginiamo e quindi di quali scelte sui rifiuti, grandi opere, riassetto dei servizi per esempio l’acqua pubblica, lavoro, legalità, allargamento dei processi democratici, immigrazione etc..vogliamo portare avanti. Io penso che su alcune sia necessaria una svolta e quindi sarebbe bello parlarne liberi e senza schermi.
2-Farlo provando a superare le dinamiche del congresso ultimo scorso (intendo le mozioni di allora) perché io credo, anzi lo so, che ci sono tante persone di buona volontà e appassionate che non ne possono più di discutere di roba che è superata da tutto e da tutti e completamente fuori tempo.
3-Avere un lasso temporale sufficiente per fare ciò, che non è quello attuale perché non garantisce nel modo più assoluto né il confronto sui temi e quindi di merito né di aprire un momento davvero inclusivo e coinvolgente.
Non è successo niente di tutto questo e credo che il mio stato di malessere non sia il solo a viverlo, anzi ho la fortissima sensazione che lo si viva in tanti.
Voglio aggiungere altre poche cose: ringraziare i tanti (dei vari schieramenti in campo ) che durante questa lunga estate hanno pensato al mio nome fino all’ultimo sia come candidato o in eventuali ticket ma a tutti ho risposto la stessa cosa: che non ero disponibile a candidarmi e che ero interessato invece a far si che questo congresso fosse una occasione vera di discussione.
L’epilogo è stato questo.
Ho un rispetto quasi sacrale per la comunità del mio partito, quindi provo profondo rispetto dei candidati e di tutti coloro che si attiveranno. Voterò, ma non mi interessa esser tirato dentro un confronto che si gioca in un campo che non condivido. Proverò però a capire se è possibile far entrare il più possibile il tema dei contenuti durante e dopo il congresso stesso. Proponendo forme e luoghi di confronto e provando a dare risposta alla inquietudine che sento.
Autocritica, umiltà, diversità, coraggio, passione, comunità, inclusione di questo abbiamo bisogno, non di caminetti o circoli chiusi di vario ordine e grado.
Io in questa comunità continuo a credere.
Buon congresso a tutti”.