Accanto allo striscione con su scritto “Freddo, amianto, insicurezza. Gli studenti vogliono chiarezza” appeso venerdì ne è “spuntato” un altro. Si legge: “Basta scuole fatiscenti“. Atto secondo. Continua la protesta degli studenti del Calamandrei di Sesto Fiorentino contro la decisione, presa dai dirigenti della struttura di via Milazzo, di far frequentare le lezioni nel pomeriggio ai ragazzi della succursale geometri Tifariti di viale Di Vittorio, chiusa fino a data da destinarsi per via della possibile presenza di amianto nel pavimento.
Dopo esser scesi in strada nella mattinata di lunedì 26 novembre, i quasi duemila studenti entrano nella scuola guidati da Lorenzo Colzi. Il rappresentante d’istituto, megafono in mano, chiede ai ragazzi non intenzionati ad andare in classe di mettersi a sedere nei corridoi per mantenere l’ordine. Scatta subito un coro da stadio: “Di scuola nel pomeriggio non ci vado“, cantano i giovani.
Colzi, parlando ai giornalisti, non usa mezzi termini: “La scuola sta cercando di individuare un luogo che vogliamo sia visionato nei tempi più brevi possibili. Non esiste la calma di fronte a mille studenti che devono venire a scuola nel pomeriggio. Pretendiamo che i controlli siano effettuati oggi. La scuola è la nostra trincea, vogliamo restare e combattere la nostra guerra. Pretendiamo che qualcuno venga qui davanti agli studenti a darci una soluzione. La scuola non è responsabile di questa situazione, infatti la protesta non è nei confronti dei dirigenti. Abbiamo occupato simbolicamente la scuola perché è l’unico modo che abbiamo per farci sentire visto che ancora non abbiamo i permessi per fare una manifestazione davanti alla sede della Città Metropolitana. La faremo sicuramente, probabilmente venerdì. Non faremo resistenza ai pubblici ufficiali, se intendono incontrarci dopo che avremo ricevuto risposte. Ovviamente se ci diranno che dobbiamo andarcene adesso, risponderemo di no perché altrimenti non avrebbe senso ciò che stiamo facendo. Andremo avanti con la protesta ad oltranza fino a quando non avremo una risposta. Gli studenti si stanno comportando bene, questo ci tengo a sottolinearlo“.
Parla anche Maria Laura Simonini, la preside del Calamandrei: “Questa mattina mi sono incontrata con una delegazione dei rappresentanti d’istituto e una rappresentanza del commissariato. I ragazzi non intendono frequentare le lezioni nel pomeriggio. Questa mattina mi vedrò con l’Asl e la Città Metropolitana nella figura dell’ingegner Cianchi. Insieme al sindaco e le altre istituzioni sto cercando degli spazi idonei sotto il profilo della sicurezza. Qualcosa, forse, abbiamo già trovato, gli spazi devono essere visionati. Nel frattempo devo avere indicazioni sui tempi per il prelievo dei campioni e sui risultati dell’indagine della parte relativa ad Arpat. Il rappresentante d’istituto Lorenzo Colzi ha chiesto agli studenti di entrare nella scuola per fare pressioni alle istituzioni. Io ho risposto che i ragazzi sarebbero potuti entrare per fare attività didattica. Avrei dovuto garantire lezioni mattutine per i milleseicento studenti affinché la validità dell’anno scolastico fosse garantita. Colzi, però, ha sobillato i ragazzi, la loro intenzione era quella di occupare la scuola. La disposizione che avevo dato era quella di far entrare gli studenti nelle loro aule. Chi non era della sede principale, sarebbe potuto andare in palestra, ma questo non è avvenuto perché Colzi ha detto agli studenti di distribuirsi nei corridoi. Ho tentato di far entrare inizialmente i ragazzi delle classi prime. Come da mia indicazione sarebbe stato fatto l’appello, poi il commissariato mi ha detto di far entrare tutti perché gli studenti stavano ostruendo la scuola e perché sono minori. Ho chiesto alla polizia di intervenire perché non potevo garantire la sicurezza. I ragazzi sono stati fatti defluire in giardino perché nell’auditorium c’è una manifestazione sulla violenza contro le donne“.
STEFANO NICCOLI