A Sesto Fiorentino la guerra sulle sedi ex Pci è già cominciata. Nel Pd è tornato a soffiare forte il vento della scissione, minacciata in particolare da Massimo D’Alema, e così i renziani – scrive il Corriere Fiorentino – vogliono cautelarsi, perlomeno per quanto riguarda il patrimonio immobiliare. Il tesoriere nazionale del Pd Francesco Bonifazi ha annunciato sul Corriere di domenica una causa civile su scala nazionale per recuperare i circa 2.400 immobili (e le oltre a 410 opere d’arte) che, poco prima della nascita del Pd nel 2007, l’ex tesoriere dei Democratici di Sinistra Ugo Sposetti mise al sicuro dentro un universo di fondazioni create ad hoc.
A Sesto la lotta tra (ex) compagni è già in corso, perché è la fondazione Diesse – Democratici sestesi, proprietaria della storica sede del partito di piazza Ginori, di buona parte del circolo Arci Rinascita e di un magazzino, ad essere «scissa»: su nove membri due sono tesserati Democratici, mentre gli altri sette sono ex, fuoriusciti. I Dem hanno già chiesto ufficialmente lo scioglimento della fondazione e il passaggio dei beni al Pd con due raccomandate firmate da Sara Biagiotti, l’ex sindaca renzianissima fatta cadere nel luglio 2015 dall’ala anti-renziana del gruppo consiliare Pd, ala poi uscita dal partito e confluita in Sinistra Italiana e in una lista civica. La risposta è stata no, o per meglio dire non è mai arrivata, racconta Biagiotti, che spiega: «La seconda lettera l’ho fatta mettere a verbale nell’ultimo consiglio di indirizzo della fondazione…». Quei sette che dicono no, attaccano i Democratici, «sono tutti gianassiani», cioè vicini al predecessore di Biagiotti in Comune Gianni Gianassi, uscito da tempo dal Pd renziano e motore della vittoria elettorale di Lorenzo Falchi (Sinistra Italiana) contro i Democratici, che avevano come candidato il vicesindaco di Biagiotti Lorenzo Zambini. Nel consiglio della fondazione Diesse siedono infatti, oltre a Biagiotti e un altro tesserato Pd, tre ex assessori delle giunte Gianassi, l’ex segretario dei Ds e attuale vicesindaco Damiano Sforzi, l’ex tesoriere dei Ds quando Gianassi era segretario del partito e altri due considerati suoi fedelissimi. «Quei beni immobiliari non sono miei o di Sforzi o di qualcun altro, ma di tutti i compagni, cioè del partito erede del Pci e dei Ds: il Pd», attacca Biagiotti.
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