Non è sestese, ma è come se lo fosse. Sesto Fiorentino lo ha adottato. Nicolò Duchini ha 30 anni, ne festeggerà 31 ad agosto, è nato a Montepulciano in provincia di Siena, ma abita nella “nostra” città dal 20 gennaio 2020. Ama così tanto la sua terra da aver scritto sul suo sito nicoloduchini.it: “Sono nato in un posto dove la bellezza ti esplode davanti, ti invade gli occhi e poi ti entra nel cuore. Alla bellezza non ci si abitua mai, anzi, averla sempre, lì davanti, ti aiuta a saperla riconoscere in ogni sua forma“.
Nicolò si occupa di social network. E’ un ragazzo vispo, allegro, solare e pieno di passioni. Come la cucina. Ecco la “parola magica”. Tra il dicembre 2019 e il febbraio 2020 ha partecipato alla nona edizione di MasterChef Italia (tutta la stagione di MasterChef, il cooking show di Sky prodotto da Endemol Shine Italy, è disponibile on demand). Un’esperienza bella, unica, indimenticabile.
Nicolò ci ha aperto la porta di casa sua per un’intervista. Ad ascoltare i suoi racconti c’è anche Gullit, il cane/fratello del nostro chef.
L’interesse per la cucina è nato quando era bambino
“Ho sempre avuto questa passione perché mio babbo è cuoco. Ho cercato di carpire i suoi ‘segreti’. Volevo fare il cuoco fin da piccolo. Col passare degli anni ho messo un po’ da parte la cucina, anche se sono sempre stato attento a mangiare bene. Poi, purtroppo, mia mamma è venuta a mancare. Un giorno vidi in televisione una ricetta: il filetto alla Wellington di Gordon Ramsey. Provai a rifarlo. Cucinare per 3-4 ore mi rilassò. Grazie anche a libri e riviste di cucina mi sono specializzato e così ho fatto crescere negli anni il livello della mia passione“.
Qual è il piatto forte?
“Pur non essendo un avido consumatore di carne, la cucino molto bene. Mi piacciono le carni con le salse, sono complesse da preparare, ma il risultato è gusto allo stato puro. Mia nonna cucinava un piccione fantastico e così ho deciso di rivisitarlo. Il mio piatto forte è il piccione con Vin santo o caffè piuttosto che con i frutti rossi o con i lamponi essiccati. Mi piace cucinare tutte le carni, ma ho una preferenza per la cacciagione da piuma“.
Quali sono, invece, i modelli di riferimento?
“Ho studiato sui libri e su Gambero Rosso Channel. Inizialmente mi sono ispirato a Igles Corelli, chef di un ristorante di Pescia. Grazie a lui sono passato dalla cucina tradizionale e a una cucina più ricercata. Una volta al mese andavo a cena da lui per guardarlo da vicino. Gran parte degli chef di adesso puntano sulla leggerezza e sulla freschezza dei piatti. Il gusto è buonissimo, ma molto delicato.
La mia filosofia vuole, invece, una cucina saporita e, ahimè, il grasso – ovviamente non in quantità esagerata – deve esserci per dare opulenza e sapore. E’ una tendenza di cucina filofrancese. Per questo motivo mi piacciono Gaetano Trovato, chef due stelle Michelin di Colle Val d’Elsa, il mago del piccione, e Giancarlo Perbellini, chef di Verona. Tra i giovani cito Matteo Metullio, classe 1990, e Davide Caranchini che ho avuto la fortuna di conoscere a MasterChef. E’ molto bravo, con i pesci di lago fa miracoli”.
Veniamo a MasterChef Italia: “E’ stata un’esperienza unica, ne è valsa la pena. Ma è stata anche dura e stressante perché ho vissuto un’altalena d’emozioni. Mantenermi zen è stata l’arma per arrivare sino in fondo. Mi sento più ambizioso rispetto a prima”.
Quali sono stati i momenti più belli?
“Uno dei più emozionanti è stato quando ho portato per il prima volta il piatto – il piccione, il mio cavallo di battaglia – davanti ai giudici che avevo visto solo in televisione. Belle anche le esterne in occasione delle quali ho fatto il capitano della brigata. La prima si è tenuta alla Tenuta Colombara di Vercelli. Non avevo dubbi sul fatto che sarebbe andata bene, ma era un dentro o fuori. Aver vinto quell’esterna è stata una liberazione. La seconda a Milano Brera, dove abbiamo cucinato alla carta. Ero lo chef, è stata una grande soddisfazione perché i nostri automatismi erano impeccabili, sembrava lavorassimo nel ristorante da tanto tempo“.
MasterChef come… Carramba. Nicolò, infatti, ha ricevuto a sorpresa la visita del fratello Pierpaolo.
“Non sapevo niente, quando l’ho visto è stato bellissimo. Mi ha dato un senso di protezione, ma anche tanta carica. L’ho tranquillizzato perché era agitato. In questo modo mi sono calmato anch’io“.
Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli: eccoli i tre giudici della nona edizione di MasterChef Italia.
“Fantastici. La filosofia di cucina di Barbieri si avvicina al mio gusto personale.
Cannavacciuolo: e che gli vuoi dire! (ride, ndr). E’ enorme, ha delle mani che sembrano badilim ma le usa come fossero piume, incredibile.
Conoscevo meno Locatelli, ma si è dimostrato un professionista sotto tutti i punti di vista. Me li porto nel cuore. Il più duro? Cannavacciuolo. Mi ha martellato dall’inizio alla fine, ma forse non si è accorto che il mio atteggiamento zen era volto alla ‘sopravvivenza’ e spingeva affinché avessi più ‘cazzimma’. Tutti e tre mi hanno dato dei consigli, ma non in maniera diretta. Bisogna esser svegli, ‘rubare’ i loro segreti e capire cosa, come e perché i giudici ti dicono determinate cose”.
Il “nostro” Nicolò è arrivato a un passo dalla gloria. E’ stato eliminato in semifinale. A vincere la nona edizione del talent show culinario è stato Antonio Lorenzon di Bassano del Grappa. Cos’è andato storto al penultimo atto?
“Arrivavo da uno sprint importante. Quando ero al top, ho commesso un grave errore: ho messo sale anziché zucchero per caramellare una pesca. E’ stato un episodio chiave. Da essere il migliore mi sono ritrovato a dover sostenere altre due prove ad eliminazione contro Luciano. Alla fine ho vinto io, ma a causa dell’errore col sale ho avuto un contraccolpo emotivo. In occasione dell’esterna al ristorante stellato a Parigi, i giudici hanno trovato una lisca di pesce nel piatto. Se non avessi commesso questi due errori, forse la ‘storia’ sarebbe finita diversamente, chissà. C’è rabbia per esser stato eliminato in semifinale, ma sono ugualmente contento del mio percorso“.
E’ calato il sipario su MasterChef Italia: quali sono i prossimi progetti?
“Cucinare. Il momento è difficile, ma sono sicuro che a breve ci saranno novità, non mi voglio sbilanciare. Nel frattempo faccio lo chef a domicilio: sono a disposizione per chi vuole provare la mia cucina“. I contatti sono su nicoloduchini.it.
In bocca al lupo Nicolò!
STEFANO NICCOLI