Del Campana e Butini svelano il carattere di Antonio Berti

0
387

E’ stato molto partecipato il sesto incontro del ciclo di conferenze “Il cammino dell’arte” tenutosi sabato 21 maggio alla biblioteca di Sesto Fiorentino e durante il quale la pittrice Luisa Del Campana e lo scultore Giorgio Butini hanno raccontato alcuni aneddoti delle loro esperienze di vita accanto al maestro Antonio Berti.

All’iniziativa – organizzata da Comune di Sesto Fiorentino e La Soffitta Spazio delle Arti e collegata alla mostra “Antonio Berti (1904-1990)” aperta sino a fine maggio – ha presenziato anche la Quinta E del liceo scientifico “Agnoletti”. L’incontro è stato introdotto da Francesco Mariani, responsabile del gruppo La Soffitta Spazio delle Arti e presidente dell’Associazione “Antonio Berti” che si sta impegnando per il totale restauro dello studio dell’artista.

Luisa Del Campana ha illustrato, con un suggestivo video, il suo attuale progetto pittorico legato al simbolismo medievale e si è poi aperta nel racconto della sua amicizia con il maestro Berti.

Artisticamente mi sono formata nella bottega del pittore fiorentino Dino Migliorini – ha esordito – che era grande amico di Berti. Io, da sestese, ero anche vicina alla famiglia Berti e quindi ho avuto più di un motivo per stare a contatto con il maestro pur non essendo sua allieva. E quando Migliorini e Berti si incontravano, scherzavano su ogni cosa. Di lui ricordo la grande disponibilità verso tutti. Un giorno lasciò un lavoro importante per fare una cortesia al titolare di uno storico alimentari, Zanzara, che festeggiava i 50 anni di attività; lo trovai a fargli il cartellone per quell’evento. Ma era anche capace di stare con ogni tipo di persona, dai grandi della storia alla gente comune, perché aveva un enorme rispetto per tutti. Una volta rimproverò un generale che aveva scherzato sull’altezza del re. L’ho accompagnato in alcuni viaggi all’estero e con lui ho conosciuto, tra gli altri, la Thatcher. Aveva anche grande interesse per la spiritualità, argomento di cui parlavamo spesso. Era una persona che non aveva età per la sua purezza”.

Giorgio Butini, invece, da Berti ha ricevuto i primi preziosi consigli per avviarsi verso un cammino artistico: “ Abitavo a 50 metri dal suo studio e ho avuto la fortuna di conoscere il maestro nei primi anni ottanta quand’ero un ragazzino di 15 anni – ha raccontato -. Conoscevo il signor Adriano che era il fornitore di creta di Berti e un giorno mi portò con lui per farmelo conoscere. Entrai che mi tremavano le gambe. Il maestro mi disse di prendere della creta e stare un po’ lì. Pian piano iniziai a frequentarlo quasi quotidianamente e a un cero punto mi disse, ‘Butini, te farai strada’ e io gli risposi, ‘maestro, la faccio tutti i giorni per tornare a casa’. In seguito mi disse che non mi poteva più seguire e mi presentò Raimondo Riachi con il quale ho studiato per alcuni anni prima di prendere la mia strada personale. Oggi sono felice che Sesto abbia dato risalto, con una mostra importante, al suo più grande artista del Novecento facendolo riscoprire a molti”.

Sempre sabato 21 maggio, nel pomeriggio, la mostra dedicata ad Antonio Berti e il suo studio sono stati visitati da una delegazione dell’Antica Compagnia del Paiolo di Firenze. Ad accogliere i “paiolanti” c’erano Francesco Mariani, Giovanni Berti, figlio di Antonio, e il professor Domenico Viggiano, curatore della mostra. Antonio Berti è stato un apprezzato presidente del Paiolo negli anni ottanta.

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO