Giuliano Pini sorprende sempre. E’ questo, infatti, il primo aggettivo usato da don Giuseppe Billi, critico e storico dell’arte, componente della Commissione arte sacra della Diocesi di Prato, che ha visitato giovedì 19 aprile, a Sesto Fiorentino, la mostra Giuliano Pini-Della libertà poetica.
Don Billi è autore di varie pubblicazioni e curatore di molte mostre d’arte; è stato a lungo componente delle Commissioni liturgia e arte sacra della Cei e ha curato parte degli allestimenti del 4° Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona del 2006.
A guidarlo nella visita alla mostra è stato Francesco Mariani, curatore dell’evento espositivo, responsabile del Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti e presidente del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata.
Questa antologica, pensata per celebrare il grande artista fiorentino a poco meno di un anno dalla scomparsa, è organizzata dal Gruppo La Soffitta Spazio delle Arti del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata con la collaborazione del Comune di Sesto Fiorentino e il patrocino del Comune di Cavriglia (Arezzo) e incarna l’edizione 2018 del progetto AltoBasso, giunto alla sua ottava edizione, che unisce in un grande appuntamento le due storiche strutture cittadine dove si fa promozione culturale: La Soffitta Spazio delle Arti, all’interno del Circolo Arci-Unione Operaia in piazza Rapisardi 6 a Colonnata, e il Centro Espositivo Antonio Berti in via Bernini 57.
Le opere esposte sono 118 tra le quale molte novità assolute. Alla cura della mostra hanno collaborato le storiche dell’arte Giulia Ballerini, Alessandra Acocella e M. Donata Spadolini oltre a Roberta Romanelli Pini che, come ha sottolineato Mariani, “ci ha aperto gli scrigni di famiglia dando un contributo fondamentale per la perfetta riuscita dell’evento”.
“Giuliano Pini – ha detto don Billi – è un artista davvero sorprendente e straordinario. Credo che tutti quanti lo percepiscano. La prima cosa che si vede, oltre la grande capacità tecnica e formale, è questo straripare delle forme. Lui tracima; ma tracima in un modo intelligente; è un tracimare su elementi in parte citati e in parte inventati. Le sue forme si dilatano in un modo tale che richiamano i manieristi. Ma nei suoi quadri io vedo soprattutto Rubens e, in parte, gli artisti tedeschi traslati nel tempo presente.
In lui – prosegue – è complesso anche il semplice. Non si può fare la semplicità per dare solo una simbologia pauperista; l’uomo è così: è complesso. E questa complessità emerge in ogni dettaglio. Basta osservare le pieghe dei vestiti, i dettagli delle figure umane, le mani soprattutto. E poi ci sono gli occhi che ti guardano con una grande altezza, quasi un senso di superiorità, ma che poi ti lasciano una goccia di inquietudine. Ti fanno capire che il complesso è bello e che va preso così com’è. Non ci sottraiamo alla complessità…”.
La mostra Giuliano Pini – Della libertà poetica è già stata visitata da circa un migliaio di appassionati d’arte. L’evento prosegue, con ingresso gratuito, sino a domenica 6 maggio con i seguenti orari: dal martedì al sabato 16-19; festivi 10,30-12,30 e 16-19; lunedì chiuso.
La Soffitta Spazio delle Arti