TEATRO MANZONI CALENZANO
Via Mascagni 18, Calenzano (FI)
SEGNI PARTICOLARI
Stagione teatrale 2024/25
Sabato 25 gennaio 2025 ore 21,15
Dov’è finito lo zio coso?
liberamente tratto dal romanzo Lo zio Coso di Alessandro Schwed
con Gianni Poliziani e Alessandro Waldergan
adattamento teatrale e regia Manfredi Rutelli
musiche originali e paesaggi sonori Paolo Scatena
luci Simone Beco
produzione LST teatro
Sarà in scena al Teatro Manzoni di Calenzano sabato 25 gennaio, LST TEATRO con “Dov’è finito lo zio coso”, liberamente tratto dal romanzo “Lo zio Coso” di Alessandro Schwed, con Gianni Poliziani e Alessandro Waldergan, adattamento teatrale e regia Manfredi Rutelli. Uno spettacolo che affronta tra il grottesco e il tragicomico un tema purtroppo sempre attuale: quello della memoria e del revisionismo storico.
Storia apocalittica della memoria indifesa e del rischio dell’oblio, vede i due protagonisti, il viaggiatore Melik ed il veterinario Oscar Rugyo, incontrarsi, forse casualmente, forse no, in uno scompartimento del treno che sta portando Melik in Ungheria, alla ricerca delle sue radici e di suo zio, fratello del padre recentemente scomparso. Un incontro surreale e devastante, che porterà Melik ad apprendere da Oscar che la Seconda Guerra mondiale non c’è mai stata. Con relativa negazione di tutto ciò che da quell’evento è derivato: bombardamenti, deportazioni, morti. Tutti eventi questi, frutto di un malinteso, un complotto giudaico laburista finalizzato a mettere in cattiva luce la grande Germania. Tesi, dimostrata con tanto vigore e stravagante fantasia, più che convincente, e da cui scaturirà la conseguente conclusione che tutto ciò che Melik ha vissuto e vive non è assolutamente esistito. Provocando nella sua fragile mente, una fitta, un lancinante dolore, come di qualcosa che si rompe, si incrina, si frattura, dentro la propria testa. Un dolore come di una botta, o, più probabilmente, di una caduta da un treno.
Da quell’incontro con il veterinario Oscar, dal successivo colpo alla testa riportato nella probabile caduta, Melik ha cominciato a perdere le parole; le dimentica, non le trova, le ha sulla punta della lingua, ma non gli vengono. Si sforza, come ora si sforza di ricordare il nome dello zio che, con quel viaggio in Ungheria, stava andando a trovare. Zio Coso, lo chiama ora. Ora che seduto sulla poltrona di casa, con le fitte alla testa, si sforza di ricordare dov’è finito lo zio Coso, si sforza di ricordare la storia, per non continuare a cadere nel precipizio, per non finire nell’abisso dell’oblio. Mentre da qualche parte si sente ripetutamente bussare alla porta.
Non uno spettacolo sull’olocausto o sulla shoah, quindi, ma sull’indispensabile esercizio della memoria. E se, come dice San Paolo “Ogni cosa si rivela con l’esposizione alla luce, e tutto ciò che viene esposto alla luce diventa luce”, allora l’unico modo per salvarci dal precipizio, dall’abisso della dimenticanza, e riaffermare la presenza nella Storia, è l’estenuante, ossessivo e doloroso riportare alla luce ciò che qualcuno vorrebbe nascondere, oscurare, seppellire. Oggetti, parole, preghiere, strade, città, date. Nomi.
BIGLIETTI
Intero: 16 euro
Ridotto, Under 20, Over 65, Soci Coop: 14 euro
Per prenotare: [email protected]