Economia civile e partecipazione: Regione firma intesa con Anci e i Comuni. C’è anche Campi Bisenzio

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Simbolo del Comune di Campi Bisenzio

La Toscana guarda all’Agenda 2030 sottoscritta dalle Nazioni Unite tre anni fa, ragiona su modelli di economia e welfare alternativi, punta a valorizzare la partecipazione attiva dei cittadini e dà vita, con la firma di un protocollo aperto, ad una rete di Comuni pronti a sperimentare e disegnare orizzonti nuovi capaci di coniugare innovazione civica e sostenibilità. Alcuni li stanno anzi già sperimentando, dalla gestione condivisa dei beni comuni alle cooperative di comunità, da forme diverse di sharing economy, economia collaborativa, civile e circolare, dal welfare di comunità al consumo consapevole. Questo patrimonio di buone pratiche è rimasto fino ad oggi confinato nei territori. Da questa consapevolezza – e dall’intenzione di replicarli altrove – nasce l’esigenza di fare rete, nel solco tracciato dal libro verde del progetto CollaboraToscana presentato dalla Regione, al termine di un percorso di confronto, a dicembre del 2017.

L’intesa con la Regione, presente l’assessore alla presidenza e alla partecipazione, è stata sottoscritta stamani da Anci Toscana, l’associazione dei Comuni, e dalle prime ventuno amministrazioni comunali: Arcidosso, Campi Bisenzio, Capannoli, Capannori, Capraia Isola, Carmignano, Castell’Azzara, Castiglione d’Orcia, Cinigiano, Cortona, Fabbriche di Vergemoli, Fiesole, Lucca, Mulazzo, Pescia, Poggio a Caiano, Pontassieve, Scarperia e San Piero, Sorano, Trequanda e Volterra. Territori diversi, ma accomunati dalla stessa sensibilità.

La rete aiuterà a scambiarsi nuove esperienze e a studiare i vari modelli a disposizione. Qualche esempio? Con le cooperative di comunità – la Regione ha finanziato a dicembre 2018 venticinque progetti in una ventina di territori con un milione e 200 mila euro – si può contrastare lo spopolamento di borghi ed aree oggi marginali e riattivare forme di economia locali che rivitalizzino quei territori offrendo al contempo, con gli utili, anche servizi ai cittadini più deboli ed anziani: puntando ora su forme di alberghi diffusi e turismo sostenibile, ora su prodotti tipici e filiere corte, aiutandosi anche grazie alle nuove tecnologie e la banda ultralarga che la Regione sta portando anche nei paesi più remoti.

A San Casciano in Val di Pesa, nel Chianti fiorentino, l’economia collaborativa è servita a risolvere un problema di scarsi collegamenti tra le tante piccole frazioni di un territorio ampio che misura più di cento chilometri quadrati: nessun treno, pochi bus, pochi utenti per reggersi sul mercato, un quarto della popolazione sopra i 65 anni e tra loro pure diversi ultranovantenni, e così è arrivata l’idea di mettere in rete i trasporti su prenotazione offerti dalle associazioni di volontariato. A Rispescia, nel parco dell’Uccellina in provincia di Grosseto, il riutilizzo di un bene comune urbano ha portato alla rivitalizzazione di uno spazio coinvolgendo disabili, migranti e disoccupati, musicisti in cerca di un luogo dove esibirsi e disposti in cambio a dare lezioni di musica a chi altrimenti non se le potrebbe permettere, anziani pronti ad insegnare l’arte della terra.

A Campi Bisenzio, all’interno di bene confiscato alla criminalità, ha trovato casa l’emporio solidale “Fai da noi”, nato da una collaborazione tra Comune, una multinazionale e un’associazione. L’idea è semplice: ti serve un martello, una scala o un altro utensile, chiodi o vernice? Prendile in prestito e in cambio offri ore di volontariato civico e di impegno sociale. Il servizio si rivolge alle famiglie in difficoltà economica ma anche a chi, semplicemente, non vuole comprare un oggetto che utilizzerà sporadicamente: un esempio di lotta allo spreco e di cittadinanza attiva. A Campi Bisenzio è stato promosso e costituito anche un distretto dell’economia civile. A Montespertoli, in provincia di Firenze, è nata invece una filiera sulla riscoperta dei grani antichi. Un esempio di economia collaborativa, ricorda l’assessore alla presidenza della Toscana, è anche il progetto “Arcipelago Pulito” per recuperare le plastiche in mare con l’aiuto dei pescatori, tenuto a battesimo un anno fa dalla Regione in Toscana ed ora preso a modello dall’Europa e dal Governo, che ha approvato ieri il disegno di legge “Salva Mare” che ne recepisce l’impianto.

Cinque sono le aree in cui sperimentazioni e prototipi saranno raccolti: la città condivisa (ovvero forme innovative di partecipazione ed educazione civica, capaci di stimolare pratiche di responsabilità condivisa), il territorio collaborativo (ovvero lo sviluppo di forme organizzate per dare risposte ai bisogni dei cittadini, come le cooperative di comunità ad esempio), l’impresa civile (da pratiche di economia circolare al welfare di comunità), il co-living e la formazione trasversale, a partire dal consolidamento di due momenti annuali – il Festival dell’Economia civile di Campi Bisenzio e la SummerSchool di Grosseto, promossa da Legambiente ed Università di Siena – come spazio di confronto e studio. Obiettivo della rete è chiaramente anche il coordinamento.

L’intesa, aperta e che può dunque essere sottoscritta in qualsiasi momento anche da altre amministrazioni, sarà valida fino al termine dell’attuale legislatura regionale, ovvero il 2020.

Regione Toscana

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