Al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica – Gilberto Pichetto Fratin
Ai parlamentari di collegio – On. Emiliano Fossi, Sen. Dario Parrini
Al Presidente della Regione Toscana – Eugenio Giani
All’Assessora Regionale all’ambiente – Monia Monni
Al Consigliere Regionale di collegio – Fausto Merlotti
Alla Sindaca della Città Metropolitana di Firenze – Sara Funaro
Al Sindaco di Calenzano – Giuseppe Carovani
Il 9 dicembre 2024, per la comunità di Calenzano, sarà ricordato per sempre come un giorno tragico, che ha segnato la vita della nostra comunità. Cinque persone, cinque lavoratori hanno perso la vita nel Deposito Eni collocato da lungo tempo, quasi 70 anni, nel nostro territorio. Insieme alle associazioni sindacali, abbiamo manifestato tutta la nostra solidarietà e il nostro dolore per quanto è avvenuto, condividendo la denuncia, arrivata da ogni livello politico e istituzionale, per le vittime dell’ennesimo, tragico e inaccettabile incidente sul lavoro.
Nell’attesa che le Autorità competenti accertino responsabilità e dinamiche, il PD di Calenzano sente l’esigenza di avviare una seria riflessione sulla presenza di un grande impianto di stoccaggio di carburanti in un’area così conurbata e densamente popolata. Nel raggio di 5 chilometri in cui è scattato l’allarme di IT-alert, infatti, vivono oltre 100.000 persone, suddivise fra i Comuni di Calenzano, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Prato; hanno sede migliaia di aziende, transitano decine di migliaia di uomini e donne, su infrastrutture strategiche come la ferrovia regionale e l’alta velocità, le autostrade A1 e A11. Si tratta del più importante distretto industriale toscano, fra i primi in Italia per dimensioni e valore generato.
Proprio a causa di questa densità di insediamenti residenziali ed economici, è evidente a tutti il rischio che in questo evento è stato corso: siamo stati effettivamente ad un passo da una catastrofe di proporzioni inimmaginabili e che non avrebbe riguardato solo Calenzano. I piani di emergenza, grazie alle frequenti esercitazioni avvenute in questi anni, hanno funzionato e consentito ai soccorritori, ai quali va il nostro profondo ringraziamento, di spegnere rapidamente l’incendio.
Abbiamo però il dovere di porci alcune irrinunciabili domande.
Cosa sarebbe accaduto se la pensilina oggetto dell’esplosione fosse stata quella più vicina ai depositi?
Cosa sarebbe avvenuto se l’onda d’urto, che ha spaccato le finestre delle case ad oltre 800 metri di distanza, avesse incontrato sulla sua strada un treno passeggeri in transito sui binari a meno di 250 metri dal luogo dell’esplosione?
Cosa sarebbe successo se l’esplosione fosse avvenuta in un orario in cui gli impianti sportivi della zona, severamente danneggiati, sarebbero stati pieni di ragazze e ragazzi impegnati negli allenamenti?
È evidente, volendo rispondere a queste domande, che un rischio di tal genere non può e non deve essere più corso. Non può essere accettato nessun altro argomento, come i sessant’anni trascorsi senza incidenti, la baricentricità del sito, la possibilità di rivedere e aggiornare le procedure di sicurezza.
Fino ad oggi, si poteva pensare che un impianto di stoccaggio nato nel dopoguerra in una zona allora priva di strumenti urbanistici, ma sicuramente destinata allo sviluppo, potesse comunque convivere in un contesto che, nel frattempo, aveva subito profonde trasformazioni.
Da lunedì 9 dicembre 2024, cioè dal momento dell’esplosione della pensilina n.6, sappiamo che questa convivenza non è più sicura, mentre i rischi finora preventivati sono apparsi sottostimati. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che un’infrastruttura così strategica, collegata ad un oleodotto e fino a pochi giorni fa caposaldo del rifornimento di carburante di tutta l’area fiorentina, non può essere semplicemente spostata in tempi brevi.
Senza allarmismi, ma con senso di responsabilità e un necessario sguardo al futuro, chiediamo alle istituzioni:
• che, in parallelo alle indagini della magistratura, sia verificato lo stato delle infrastrutture del Deposito ENI a seguito dell’incidente, con piena trasparenza nei confronti della comunità locale su eventuali danni, causati dall’esplosione, ai depositi e alle altre strutture dell’impianto;
• che si ponga all’ordine del giorno la rivalutazione della collocazione, del dimensionamento e della funzione di distribuzione del Deposito Eni di Calenzano, sulla base delle attuali prospettive di transizione energetica, delle possibili alternative territoriali e funzionali;
• che si valutino opportune opere e procedure di mitigazione del rischio (come ad esempio la riduzione dei carburanti stoccati, l’allontanamento della zona di carico dalla zona di deposito) fintanto che non sarà deciso il destino finale dell’area;
• che si valuti la corresponsione al Comune di Calenzano, come a tutti i Comuni che ospitano impianti a rischio di incidente rilevante, di un’indennità specifica per la presenza di queste strutture, a fini di compensazione ambientale e di leva economica per una revisione urbanistica di salvaguardia, mirata alla rigenerazione urbana dei siti e delle aree circostanti, a scopo di contenimento del rischio;
• che venga istituita a livello locale una commissione speciale, come richiesto dal gruppo del Pd in consiglio comunale, alla quale tutte le istituzioni in indirizzo offrano la massima collaborazione nell’approfondire l’incidente e nell’affrontare il futuro dell’area.
Il Partito Democratico di Calenzano, pertanto, sollecita e appoggia fin d’ora tutte le iniziative delle istituzioni, Comune e Regione in testa, che vogliano muoversi per raggiungere questi obiettivi.
Calenzano, 20 dicembre 2024
Il Partito Democratico di Calenzano