Prosegue la polemica dopo le comunicazioni del Procuratore Tescaroli relative all’esplosone del deposito Eni di Calenzano.
La replica di Torselli alle parole di Eugenio Giani e Nicola Fratoianni
“Trovo vergognoso che la sinistra, ancora una volta, sfrutti una tragedia per la sua campagna elettorale permanente. Giani e Fratoianni parlano come se arrivassero da Marte, dimenticando che sono stati proprio loro, negli ultimi 55 anni, a pianificare l’urbanistica della Piana fiorentina. Quel deposito non è spuntato dal nulla per sola volontà di Eni: ce lo hanno fatto mettere loro! Gli stessi che oggi si stracciano le vesti e invocano un improbabile ‘hub per le rinnovabili’.”
Così l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli, replica alle dichiarazioni del governatore Eugenio Giani e di Nicola Fratoianni sull’incidente al deposito Eni di Calenzano.
Torselli prosegue: “Non solo hanno autorizzato l’insediamento del deposito, ma hanno anche permesso la crescita di interi centri abitati e aree produttive attorno ad esso. Sesto, Campi e Calenzano si sono sviluppate sotto la loro amministrazione.”
“Dopo ogni incidente arrivano loro, come se non governassero da 55 anni in Toscana, e si ‘lavano’ la coscienza proponendo un parco fiorito.”
“Piuttosto che proporre soluzioni improvvisate, Giani dovrebbe spiegare perché hanno consentito la crescita di tre città intorno a un deposito che potenzialmente era una bomba atomica. Quando ci daranno una risposta credibile, allora potremo discutere del futuro del sito”, conclude Torselli.
Ma cosa avevano detto Giani e Fratoianni?
Di seguito il post sulla pagina Fb di Nicola Fratoianni
Quanto vale una vita umana?
Per ENI qualche migliaio di euro.
Questo emerge dalle conclusioni delle indagini della procura di Prato, che ieri in conferenza stampa ha sostenuto che l’esplosione allo stabilimento ENI di Calenzano dello scorso 9 dicembre, che ha ucciso 5 operai ferendone 29, poteva essere evitata rispettando le procedure di sicurezza.
Ma rispettarle avrebbe comportato una spesa maggiore di 255mila €.
Vogliono far credere che le morti sul lavoro sono inevitabili, ma non è affatto vero.
C’è sempre dietro una questione di costi da evitare e profitti da gonfiare, di una corsa al ribasso sulla pelle di chi lavora.
E per di più tutto ciò avviene in uno stabilimento di ENI. Un’azienda di proprietà pubblica, che sta conseguendo profitti stellari senza precedenti.
Una strage di stato in nome del profitto di pochi.
Bastava evitare di svolgere in contemporanea la manutenzione dell’impianto con il carico e scarico del carburante per salvare la vita a 5 persone.
Bastava fermare le operazioni e rispettare le norme di sicurezza.
Bastava non vendere la propria anima al dio denaro.
Non possiamo più permettere tutto ciò.
Ora quell’impianto non rimanga in quel luogo un giorno di più.
Per ENI qualche migliaio di euro.
Questo emerge dalle conclusioni delle indagini della procura di Prato, che ieri in conferenza stampa ha sostenuto che l’esplosione allo stabilimento ENI di Calenzano dello scorso 9 dicembre, che ha ucciso 5 operai ferendone 29, poteva essere evitata rispettando le procedure di sicurezza.
Ma rispettarle avrebbe comportato una spesa maggiore di 255mila €.
Vogliono far credere che le morti sul lavoro sono inevitabili, ma non è affatto vero.
C’è sempre dietro una questione di costi da evitare e profitti da gonfiare, di una corsa al ribasso sulla pelle di chi lavora.
E per di più tutto ciò avviene in uno stabilimento di ENI. Un’azienda di proprietà pubblica, che sta conseguendo profitti stellari senza precedenti.
Una strage di stato in nome del profitto di pochi.
Bastava evitare di svolgere in contemporanea la manutenzione dell’impianto con il carico e scarico del carburante per salvare la vita a 5 persone.
Bastava fermare le operazioni e rispettare le norme di sicurezza.
Bastava non vendere la propria anima al dio denaro.
Non possiamo più permettere tutto ciò.
Ora quell’impianto non rimanga in quel luogo un giorno di più.
E il comunicato del Presidente della Regione Eugenio Giani:
“Alla luce dell’esito della prima fase delle indagini riguardo all’impianto Eni di Calenzano, luogo della terribile esplosione del 9 dicembre scorso che è costata la vita a cinque persone, ritengo che quell’impianto non sia nella collocazione giusta e lì non debba più stare”.
“Per una riconversione degli spazi partirei da un’idea interessante formulata dal sindaco di Calenzano Giuseppe Carovani, che ha parlato di trasformare quel sito in un hub delle energie rinnovabili. Una proposta da approfondire e sviluppare”.