Faccia a faccia con Pietro Neri (pres. Atl. Sestese Femminile): “I problemi non mancano, ma andiamo avanti. Siamo un’isola felice”

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Sul campo di atletica leggera “Danilo Innocenti” a Quinto Basso stanno correndo alcune ragazze. Altre sono in palestra. Ad accoglierci in una calda mattinata di fine estate è Pietro Neri. Dal 1987 è presidente dell’Atletica Sestese Femminile. E’ lui l’anima della società. Il tempo passa, le difficoltà, soprattutto economiche, non mancano, ma Pietro va avanti per la sua strada perché in questo sport ci è nato. “Sono ancora in pista” dice entusiasta in esclusiva a tuttosesto.net. Grinta e passione non gli mancano nonostante i suoi 73 anni.

 

Da pochi giorni l’Atletica Sestese Femminile è tornata dalle Dolomiti, sede del ritiro estivo. Una settimana bella e intensa, all’insegna degli allenamenti, del divertimento e delle escursioni, come quella dal Passo Pordoi al Lago Fedaia. Sette giorni che hanno permesso alle trentacinque ragazze dai dieci ai venti anni di fare gruppo. “E’ stato un momento di aggregazione – dice Pietro Neri -. Vogliamo far crescere le nostre atlete insegnando loro che senza fatica non si avrà mai niente dalla vita”. Sulle Dolomiti anche una ragazza dell’Atletica Sestese ASD, società con cui l’Atletica Sestese Femminile vive una sorta di concorrenza sul campo, ma anche di collaborazione per la gestione comune dell’impianto. Un gesto di comprensione importante che sottolinea come, a volte, le divisioni possano essere messe da parte “guardando ad un futuro ancora da costruire…”. Insieme?

La stagione 2016-17 è stata avara di soddisfazioni. “Nei campionati di società non abbiamo raggiunto gli obiettivi sperati. Dobbiamo aspettare che le ragazze crescano, dobbiamo lavorare con pazienza e grande passione. Se mancano questi ingredienti, non si va da nessuna parte”, aggiunge. Il passato, però, non conta più. All’orizzonte ci sono già le prime gare della nuova annata. “Sabato 9 settembre saremo a Campi Bisenzio per dei test. Vedremo cosa riusciremo a fare dopo la pausa estiva. Il 17 settembre le Allieve saranno in gara per acquisire il diritto d’accesso alla finale nazionale di società. Potremmo qualificarci per la finale nazionale delle Allieve B che si svolgerà ad Agropoli (Salerno) a fine settembre. Sarebbe un grande risultato”.

Poche ore, dunque, e si alzerà il sipario sulla stagione 2017-18. Saranno tante le ragazze impegnate nelle varie discipline. Così come tanti saranno, di conseguenza, i genitori al seguito delle figlie. Già, i genitori. Che rapporto ha con loro l’Atletica Sestese Femminile? “Nel nostro sport i genitori sono portati a dire: ‘Finché i ragazzi si divertono…’. Questa è una deresponsabilizzazione perché alla prima difficoltà i ragazzi smettono. Non c’è un’attenzione spasmodica nei confronti del risultato come avviene, ad esempio, nel calcio. Abbiamo un’ottima relazione con loro, anche perché non c’è una commistione di ruoli. Non abbiamo mai subìto la loro pressione. Gli sport sono tutti diversi. Nell’atletica le ragazze e i ragazzi si formano dai diciotto anni. E’ da questa età che si diventa atleti”.

Pietro Neri sta facendo di tutto per dare lustro all’Atletica Sestese Femminile. Il suo impegno è encomiabile se consideriamo le difficoltà con cui si trova a che fare. Difficoltà strutturali legate al campo “Danilo Innocenti” e tecniche. “L’impianto di Quinto Basso è uno dei più belli della Toscana. La pista è una delle migliori, anche se comincia ad essere degradata in qualche punto – racconta -. Lo stadio andrebbe utilizzato di più, al momento è solo d’allenamento. A livello nazionale non può essere usato perché manca la tribuna coperta che è uno dei protocolli previsti dalla FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera, ndr). Fu questo il motivo per cui nel 2015 la finale nazionale di società ‘Gruppo Tirreno’ fu trasferita a Orvieto. Con la copertura non avremmo le infiltrazioni d’acqua. Per quanto riguarda la realizzazione della tribuna, sembra ci siano dei problemi urbanistici e ambientali. Mi pare impossibile che nel terzo millennio non si riesca a trovare il modo di costruire una tribuna compatibile con l’ambiente. Questo impianto, purtroppo, è zoppo. Con la copertura potremmo utilizzare lo stadio anche in inverno”. Finito qui? Macché. “Mancano anche una vera e propria palestra e una parte coperta dove potersi allenare d’inverno continua Neri -. I problemi ci sono e le risorse, lo sappiamo, sono poche”.

A gestire l’impianto di via Gramsci è l’ATA Sesto Sport, un pool di società presieduto da Leonardo Marchi, maestro dell’Accademia Karate Shotokan. Oltre all’AKS fanno parte dell’ATA anche l’Atletica Sestese Femminile, l’Atletica Sestese ASD e il calcio Colonnata che a Quinto Basso, però, si allena solamente perché il sistema di irrigazione è rotto. “Lo stadio – prosegue Pietro Neriè di atletica leggera e nel tempo dovrà aumentare le proprie utenze perché i ricavi non coprono le spese. Un secondo problema, che è legato alla vecchiaia della struttura, riguarda le tubature. Ci sono perdite d’acqua occulte. Due anni fa abbiamo rivisto le tariffe del campo, abbiamo pensato di avere a fine mese una sorta di tesoretto per la manutenzione aumentando l’onere per le società che utilizzano l’impianto. Quest’avanzo ci serve, invece, per pagare l’acqua: tutti i mesi versiamo 1.200 euro a Publiacqua solo per la rateizzazione a nostro carico delle perdite ammontanti a 43.000 euro. Arriviamo precisi a pagare le utenze. Per di più nei mesi estivi mancano le quote delle società che non utilizzano la struttura. La gestione, così, va ulteriormente in crisi. Le società di atletica, inoltre, si sono fatte cariche dell’acquisto del materiale come, ad esempio, gli ostacoli. Queste spese sono fuori dal canone d’affitto che paghiamo per la gestione. Tanti anni fa, quando sindaco di Sesto era Carlo Melani, avevo un’idea: fare del campo di Quinto Basso una sorta di cittadella dello sport comprensiva di piscina, campi da tennis e ristorazione. Penso che il mio sogno sia destinato a restare tale. Se non ci saranno nuove attività, è difficile che lo stadio possa andare avanti. Il rischio è che tra qualche anno sia una cattedrale nel deserto”.

Fondamentale, a tal proposito, è l’aiuto di Eli Lilly. “L’azienda ci sta dando una grossa mano. I suoi dipendenti possono usufruire della struttura nella pausa pranzo. La Lilly ha fatto un investimento per la realizzazione di un campo da calcio a cinque, anche se ancora è da completare perché mancano le luci e l’impianto di irrigazione. In più bisogna stabilire se mettere l’erba naturale, che limiterebbe l’uso del campo, o sintetica. Dobbiamo ringraziare Eli Lilly anche per la ristrutturazione, avvenuta nel 2012, della piccola palestra situata sotto la tribuna, in fondo al corridoio degli spogliatoi. La spesa fu di circa 65mila euro”.

Problemi, però, non solo strutturali, ma anche tecnici, come scrivevamo sopra. “Come società avremmo bisogno di qualche allenatore in più. Qui sul campo ne abbiamo cinque che hanno diretto praticamente da soli il ritiro di sette giorni in Val di Fassa. In tutto, tra fascia promozionale e agonistica gli allenatori sono dieci. Sono pochi e non se ne trovano. E’ un problema fra i più delicati e al momento irrisolvibili di tutto il mondo dell’atletica. Sono le atlete a subire le conseguenze negative”, ammette Pietro.

Nonostante queste difficoltà, l’Atletica Sestese Femminile va avanti, continuando ad essere una realtà forte e consolidata di Sesto Fiorentino. “Siamo un’isola felice – conclude Neri -. La nostra filosofia è questa: noi non vogliamo creare campioni. Il nostro compito è far crescere gli atleti, insegnando loro a fare sacrifici e a rispettare le regole. Da noi sono comunque nate delle atlete vere. Abbiamo una storia ricca di successi. La realtà di adesso, però, è cambiata, per questo motivo dobbiamo raddoppiare gli sforzi e noi ci siamo”.

 

“L’atleta vero è colui che tra le righe del suo impegno, della sua passione, del suo successo ha valori che fanno grande non solo un atleta, ma l’uomo stesso: la fatica dell’allenamento, la disciplina, l’accettazione del limite, il superare con fiducia gli ostacoli, il non arrendersi nelle difficoltà, il saper vincere senza umiliare l’avversario, il saper perdere senza per questo sentirsi un perdente”. (Karol Wojtyla)

STEFANO NICCOLI

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