Falchi, Biagioli e le infrastrutture della Piana

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Settimello
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La Festa di Sinistra Italiana di Calenzano ha ospitato nella serata del 14 settembre un dibattito sulle infrastrutture della Piana a cui hanno partecipato il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi e il sindaco di Calenzano, Alessio Biagioli.

Ad imbeccare i due protagonisti con la sua introduzione, Riccardo Gori, già sindaco di Calenzano ed Assessore all’Ambiente della Provincia di Firenze.

Nel suo intervento Falchi ha voluto sottolineare quanto sia determinante la partecipazione dei cittadini alla vita politica e quanto sia importante, da parte della classe politica, l’ascolto delle loro istanze:

“La campagna elettorale e le elezioni di Sesto Fiorentino hanno dimostrato quanto i cittadini abbiano voglia di discutere delle scelte che riguardano il loro futuro, di non vedersi sempre bypassare da scelte imposte da alti livelli istituzionali (magari con un sms che arriva da Roma), da gruppi di potere e da gruppi economici.

Gli interessi economici forti hanno portato a non riflettere sul tipo di sviluppo che vogliamo per il nostro territorio, sul fatto che certe scelte siano o meno utili per il futuro della Piana Fiorentina.  Il dibattito si è sclerotizzato, ci viene continuamente detto che è sufficiente fare questa striscia d’asfalto che copre quello spazio della piana fiorentina salvato dall’urbanizzazione e dalla cementificazione, per risolvere tutti problemi economici di Firenze e della Piana Fiorentina. Non si approfondisce e non si ascoltano le opinioni, non dico dei comitati che, a torto spesso sono accusati di sindrome nimby, ma almeno quella dell’Università di Firenze. Com’è possibile pensare che nel 2016 sia più importante un’opera come quella del nuovo aeroporto di Firenze piuttosto che salvaguardare, sostenere e incoraggiare la presenza del polo scientifico. Gli ultimi due rettori hanno detto chiaramente che se si va avanti con quell’opera l’Università dovrà trovare altre localizzazioni. Perché non si tiene conto di questo quando si vuol ragionare sul futuro, anche economico, della nostra area invece che ridurre tutto al portare nuove masse di turisti in centro? Perché non pensare al destino delle aziende dell’Osmannoro che sarebbero completamente separate da Sesto da quella striscia di asfalto? I soldi che il governo ha intenzione di investire su quest’opera non potrebbero trovare collocazione sul trasporto pubblico locale? Si potrebbe pensare ad una modalità moderna di collegamento tra Firenze e Pisa per far sì che il vero aeroporto di Firenze, cioè il Galileo Galilei di Pisa, possa essere collegato in maniera decente a tutta l’area metropolitana fiorentina. Invece il dibattito si è incentrato sugli slogan e non c’è stata la voglia di  approfondire.

Nuova classe dirigente verso vecchia classe dirigente? A me non ha mai appassionato il tema dell’età di chi si candida a guidare un Comune piuttosto che una Regione o il Governo. Io credo ci siano buone idee e capacità di immaginare un futuro che sia al servizio dei cittadini sia in persone che hanno 60-70 anni sia in persone che ne hanno 30 o 40. A fare la differenza è la bontà delle idee e la voglia di confrontarsi e di portare avanti proposte che vanno nell’interesse generale e non verso l’interesse particolare di quei gruppi di potere che sono ben attenti a fare pressioni sui politici. Le vecchie classi dirigenti non sono scevre da errori, ma ci sono alcune scelte per le quali dobbiamo essere grati a chi ha gestito il nostro territorio: penso per esempio alla decisione di non costruire a Monte Morello, o all’idea, purtroppo mai realizzata del Parco della Piana come spazio libero dal cemento e da altri tipi di infrastrutture e che servisse da compensazione al traffico veicolare e allo sviluppo urbanistico del territorio che ha comportato un impatto ambientale importante. Rimettere, oggi, in dubbio quelle scelte non è segno di novità o almeno, se è segno di novità è una novità che a me non piace significa buttare via ciò che di buono è stato fatto all’insegna di una novità che è basata solo sugli interessi di qualcuno.

Su questi temi è necessario insistere. E’ nostro compito dire alla Regione e alla Città Metropolitana che il futuro di quell’area non è appannaggio di chi ha interessi particolari, ma è un bene comune che deve essere frutto di un ragionamento condiviso che parta dall’ascolto di tutti i soggetti della Piana Fiorentina. La sentenza del Tar ha dato ai Comuni spazio per la battaglia politica. Ora dobbiamo essere noi capaci di rinnovarla. Non possiamo accettare che questioni come quella del tunnel dell’Alta velocità  siano comunicate alla stampa e non discusse con i sindaci dell’area metropolitana. Soprattutto non possiamo contemporaneamente sentirci dire che altre scelte sono già state fatte e che non si può tornare indietro. Se questo è il nuovo modo di intendere la politica, è un nuovo che a me non piace e che combatterò con tutto l’impegno e la passione che posso. Con gli amministratori della Piana che su questi argomenti sono capaci di tenere la schiena dritta e di fare gli interessi dei propri cittadini io credo che si potranno intessere relazioni e alleanze per provare a costruire un futuro diverso per il nostro territorio o quantomeno cercare di far riaprire il dibattito per non sentir dire che è già tutto deciso”.

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Biagioli, prendendo spunto dall’introduzione di Gori, ha voluto riflettere su quanto la politica abbia costretto sé stessa alle decisioni di breve termine. Ma “a breve termine le grandi scelte strategiche non si fanno, al massimo si tappa la buca di una strada.

Anche la fiducia che affidiamo agli uomini politici è di breve durata, ma le cose fatte in fretta e sotto pressione non sono una vera accelerazione e sono foriere di errori su cui poi si deve tornare sopra.

Ho fatto questa premessa perché a mio avviso la scelta dell’aeroporto non è stata presa in maniera seria. Per una scelta così delicata si è voluto scegliere la scorciatoia: non si è discusso nelle sedi opportune ma si è scelto il metodo delle giornalate con interviste quasi sempre a chi la pensava in un certo modo. Non si è cercata la mediazione con gli enti territoriali e in contemporanea sono stati bloccati progetti come lo sviluppo del Polo scientifico o quello del Parco della Piana. Se manca la serietà necessaria in chi deve prendere certe decisioni, peggiora il rapporto di fiducia con i cittadini e aumenta la deresponsabilizzazione.

Al momento la politica non ha colto il messaggio del Tar, ma noi ci stiamo muovendo anche perché crediamo che sia nell’interesse della comunità bloccare quell’opera di cui non ho capito l’utilità. Il primo impatto sarebbe la competizione con Pisa che invece a livello strategico sarebbe bene che rimanesse l’aeroporto della Toscana.

Il modo scorretto con cui si è proceduto ha già creato dei danni, ma continueremo a lottare perché, seppur con le nostre specificità vorremmo diventare il salotto buono di Firenze, non la sua discarica”.

STEFANO NICCOLI

 

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