Si dovrebbe tenere entro la fine dell’anno il bando di gara per la vendita del museo Ginori di Sesto Fiorentino, chiuso ormai da sedici mesi. La base d’asta – scrive l’edizione odierna de La Repubblica – sarà di 4 o 5 milioni per le collezioni di porcellane uniche al mondo e 1 o 1,5 per l’immobile.
Ad annunciare il bando è il curatore fallimentare Sandro Quagliotti. Il suo timore, però, è che “non si presenti nessuno. Se così fosse, bisognerà cominciare ad abbassare il prezzo con la speranza che il gruppo Kering (multinazionale francese proprietaria di Gucci, società rilevatrice della Richard Ginori dopo il suo fallimento nel gennaio 2013, ndr), voglia spendere ancora per qualche milione oltre ai già tanti spesi per l’acquisto e il rilancio della Ginori e quelli che ancora dovrà impiegare per consolidare questo importantissimo rilancio“.
La multinazionale francese, per il momento, non sembra interessata al museo Ginori. A spiegare il motivo è lo stesso Quagliotti. “Il museo ha un grande valore storico, scientifico e artistico, è unico nel suo genere quanto a porcellane, ma la dura realtà è che non ha nessun interesse commerciale. Se si trovasse a Firenze,potrebbe essere inserito in un percorso museale ma a Doccia, oltre ai ricercatori, i turisti non vengono“.
STEFANO NICCOLI