Si è tenuta nella mattinata di martedì 12 gennaio, in piazza Artom a Firenze, l’incontro tra la Commissione Controllo Enti Partecipati del Comune di Firenze ed i rappresentanti dei grossisti di Mercafir. L’audizione si è svolta – scrive Il Sito di Firenze – affinché i grossisti illustrassero il loro punto di vista in merito all’ipotesi di trasferimento del CAP (Centro Alimentare Polivalente) all’Osmannoro. La destinazione all’Osmannoro (lungo via Curzio Malaparte) si rende necessaria per fare spazio al nuovo stadio della Fiorentina e le opere connesse che, secondo il progetto preliminare presentato a Palazzo Vecchio dalla società viola, andrebbe ad occupare tutti i 48 ettari dell’attuale area mercatale.
L’eventuale trasferimento all’Osmannoro, sostanzialmente, deve essere totalmente definito. I grossisti, durante l’audizione, hanno espresso tutte le loro perplessità e richieste di chiarimento. Da una prima analisi emergono una serie di problemi, sia per quanto riguarda le caratteristiche dell’area, la viabilità attorno alla stessa, la prossimità al futuro inceneritore, sia per le conseguenze che scaturirebbero dall’allontanamento dalla città. Il terreno dell’Osmannoro, sostengono i grossisti, è stato scelto da Palazzo Vecchio perché non aveva altre alternative sul suolo comunale, fuori dallo stesso, invece, si sarebbe potuto sviluppare un mercato con servizi e logistiche differenti. Quali sarebbero i costi? Chi li dovrebbe sostenere? Utilizzando le stesse superfici di progetto, una riqualificazione nell’area nord dell’attuale Mercafir (come da variante urbanistica del maggio 2012), si eviterebbe la frammentazione, mentre uno spostamento precluderebbe futuri investimenti e, soprattutto, si rischia l’abbandono del complesso di alcune realtà che trasformerebbero il mercato in un “mercatino”. Attualmente il CAP è formato da 50 aziende che fatturano 365 milioni di euro in Mercafir, con 1.300 dipendenti: il centro alimentare polivalente è una realtà importante che va salvaguardata.
Qualunque sia la scelta, è indubbio che l’attuale sede (a parte la Fruttital) è obsoleta e necessita di una riqualificazione. Per questo motivo, come hanno evidenziato i grossisti e il Presidente Angelo Falchetti, è fondamentale la garanzia dei tempi: “Il tempo passa e la struttura è sempre questa – ha spiegato Falchetti – due o tre anni di attesa senza nessuna prospettiva non si gestiscono. Il rischio vero è se non usiamo questo anno per trovare una soluzione dettagliata. Se questo non accade entro l’anno noi avremmo esattamente il ‘mercatino’, questo è il vero rischio: se se ne vanno alcuni grossisti finisce il mercato, si perdono i ricavi e la società va in perdita. La riqualificazione è necessaria (qualunque sia il luogo, ndr), a prescindere dalla questione nuovo stadio. Oggi non è il tempo delle risposte – ha concluso Falchetti – queste ci saranno al termine di un percorso”.