Sabato 09 Aprile, il cardinale Ernest Simoni si è recato a Sesto Fiorentino in visita alla Parrocchia di San Jacopo a Querceto, dove è stato accolto da padre Giuseppe Magliani degli Oblati di San Giuseppe, Congregazione Religiosa alla quale apparteneva il Priore di Querceto padre Eligio Bortolotti, sacerdote barbaramente trucidato a soli 32 anni, da un reparto dell’Esercito Germanico in ritirata il 05 settembre del 1944, quando Sesto Fiorentino era già stata liberata.
Il Santo Padre Francesco, incontrando don Ernest nel Viaggio Apostolico a Tirana nel settembre 2014 dopo aver ascoltato dall’anziano sacerdote la testimonianza delle atroci sofferenze patite durante la persecuzione della Chiesa, lo definì “Martire Vivente”.
Padre Ernest è conosciuto in tutto il mondo quale autentico testimone di pace e perdono, per i 28 anni di ingiusta prigionia, tra lavori forzati nei campi di concentramento, nelle miniere e nelle fogne di Scutari, inflitti dal regime ateo comunista, il quale dittatore Enver Hoxha, per costituzione, definì l’Albania il primo stato ateo del mondo. Il Santo Padre rientrando a Roma dalla visita al popolo schipetaro, con queste parole definì la sua commozione nell’aver incontrato l’allora don Simoni: “Sentire parlare un martire del proprio martirio, è forte! Credo che tutti noi che eravamo lì, eravamo commossi: tutti. E quei testimoni parlavano come se parlassero di un altro, con una naturalezza, un’umiltà. A me ha fatto bene, questo!”
La solenne Celebrazione ha avuto inizio nel parcheggio parrocchiale, dove il Cardinale ha benedetto i rami di ulivo; a seguire ha assistito alla Santa Messa presieduta da padre Magliani ed animata dal coro parrocchiale.
Grande la partecipazione delle autorità di Sesto Fiorentino: presente il personale del Commissariato della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia Municipale ed i volontari della Venerabile Confraternita della Misericordia, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e della Racchetta.
“Con grande gioia, in questo giorno nella solennità delle Palme, sono giunto pellegrino a Querceto”: queste le prime parole del Cardinale. “Siamo entrati nella ‘Settimana Santa’, nella quale il Signore Gesù si avvia verso il culmine della sua vicenda terrena. Oggi in tutto il mondo attraverso i secoli viene fatta memoria dell’ingresso trionfante di Gesù a Gerusalemme tra una grande folla che lo seguiva e lo acclamava con le parole: ‘Osanna al Figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più altro dei Cieli!’ (Mt 21,9). Anche noi sequela di Cristo, tra questi bellissimi olivi di queste rigogliose colline che ci ricordano il Getsemani, con gioia abbiamo fatto memoria con la processione delle palme dell’ingresso di Gesù con i discepoli a Gerusalemme. Ai piedi del bellissimo ‘Crocifisso Miracoloso’ di Querceto, proprio nel giorno dedicato alla ‘Passione del Signore’, abbiamo ascoltato il ‘Passio’, il racconto della Passione di Gesù, la sua crocifissione e la sua gloriosa risurrezione. In questi giorni siano due i sentimenti: la lode, come hanno fatto coloro che hanno accolto il Divin Maestro a Gerusalemme con i loro ‘Osanna’; ed il ringraziamento, perché in questa Settimana Santa il Signore, rinnoverà il dono più grande che si possa immaginare: ci donerà la sua vita, il suo Corpo e il suo Sangue, come ci ricorda San Giovanni nel Vangelo: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Viviamo con Gesù, nutriamoci del suo Corpo e del suo Sangue per così godere nell’ultimo giorno il premio della vita eterna; solo lui ha dissipato le tenebre della morte risorgendo vittorioso”.
Al termine della Santa Messa, Mario Berti del Consiglio Pastorale Parrocchiale ha salutato Sua Eminenza: “Nel Vangelo di oggi della Passione del Signore, abbiamo ascoltato la salita verso il Calvario, la crocifissione e la gloriosa risurrezione di Gesù, che ha cambiato il corso della storia dell’uomo. Emozionante quest’oggi ascoltare questo passo del Vangelo alla presenza di un ‘Martire Vivente’ come il Cardinale Simoni, che per decenni, durante l’ingiusta prigionia, ogni giorno, ha salito silenziosamente il Calvario, portando sulle sue spalle la Croce di Gesù, non abbandonando mai la via della Croce, anzi sopportando ogni giorno tremende angherie ingiuste. Padre Ernest è sempre stato fedele alle parole del Divin Maestro: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi». Chissà quante volte nei lunghi anni di prigionia e tra le fatiche dei lavori forzati anche il venerato Cardinale Simoni avrà rammentato queste parole, trovando così la forza di portare il peso della Santa Croce”.
Il Porporato, prima di lasciare la Parrocchia, ha sostato ai piedi del grande “Crocifisso Miracoloso” – per secoli destinatario di preci e dispensatore di grazie –, affidandogli le intenzioni dei fedeli per la pace nel mondo, in modo particolare per l’Ucraina.
Vieri Lascialfari
Segreteria Card. Ernest Simoni