Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del comitato “Mamme No Inceneritore” in risposta alla lettera dell’ex sindaco di Sesto Fiorentino Gianni Gianassi (LEGGI QUI)
L’ex sindaco di Sesto Gianni Gianassi, convinto incenetitorista da sempre,
ha sentito la necessità di ricomparire pubblicamente
riaffermando non solo la sua convinzione che “si possa usare, con
le moderne tecnologie, la termodistruzione (…) e lo si possa fare
anche a Firenze come fanno in tante grandi aree urbane del mondo”
ma dandoci una testimonianza diretta di come andarono le cose, visto che
dell’inceneritore di Case Passerini è stato proprio uno dei fautori.
Gianassi parte quindi dal ricordare come ben “quindici anni fa” i sindaci
cominciarono a porsi il problema di come affrontare la
questione dei rifiuti e cita la VIS (valutazione di impatto sanitario) del
2005. Anche a noi piace partire da li, perché
vogliamo sfatare le mistificazioni che furono fatte e che, anche in questa
occasione, vengono riproposte.
Secondo Gianassi infatti la “Vis generò un report dove si rendeva
compatibile un impianto di nuova generazione” dove “l’impatto sarebbe stato
modesto a patto della realizzazione di boschi con essenze capaci di
metabolizzare una serie di composti chimici …soprattutto dei motori a
scoppio”.
Secondo i comitati di allora ed i nuovi movimenti di oggi, come il nostro,
si tratta di una mistificazione scorretta di quello che c’era scritto nella Vis.
Contrariamente a quanto sostiene Gianassi, vogliamo ricordare che a pag. 47
della Vis c’era scritto che “la quantità di sostanze inquinanti
nell’ambiente aumenterà notevolmente in presenza del termovalorizzatore”.
Lo studio in questione, che rilevava nella popolazione residente
nella Piana eccessi di malattie legate all’inquinamento rispetto
alle percentuali attendibili e superiori alla media provinciale, non si
è mai espresso sulla ‘compatibilità’ dell’impianto, denunciando invece
la grave situazione sanitaria in cui versava già quindici anni fa la Piana.
La Asl 10 infatti ha poi prescritto un “progetto di sorveglianza sugli
esiti riproduttivi (aborti spontanei, nati pre-termine, malformazioni
congenite) e sull’incidenza dei tumori nella popolazione residente”, ed un
“controllo della contaminazione della catena alimentare da IPA, diossine e
PCB, metalli pesanti”.
Furono quindi tutt’altro che rassicuranti le conclusioni della Vis
sulla posizione di un inceneritore in una zona già altamente provata,
dove c’erano, già allora, una discarica, industrie, centri commerciali ed
autostrada. Pensare che il boschetto potesse/possa
davvero mitigare cadmio, arsenico, ammoniaca, diossine e polveri sottili
provenienti dalle ciminiere dell’impianto è quantomeno
superficiale se non addirittura imbarazzante.
Quella mistificazione, che è stata perpetrata a partire dalla creazione e
dall’uso del termine improprio termovalorizzatore, è
stata portata avanti anche nelle campagne elettorali. E fu grave, se
pensiamo che Gianassi, allora sindaco, aveva la
responsabilità della salute dei suoi cittadini. I comitati di allora ed i
piani alternativi non furono tenuti in seria considerazione.
Oggi Gianassi torna sull’argomento inceneritore e riconferma la
sua posizione, senza capire che i tempi sono profondamente mutati:
a partire dalla riduzione dei rifiuti, da un aggravamento degli inquinanti
nella piana, dalle nuove direttive europee che spingono
averso un’economia circolare (mentre l’inceneritore non chiude il cerchio
dei rifiuti), dalle già sperimentate buone pratiche in altre province che
potrebbero essere attuate anche a Firenze.
Gianassi parla però di allegro tradimento dovuto alla variante al Pit
per la costruzione del nuovo aeroporto che farà “guadagnare un gruppo di
locuste”. È vero, nuove locuste si sono aggiunte alle vecchie e
nuove speculazioni incombono su quell’unico pezzo di verde rimasto
alla periferia di Firenze.
Se Gianassi e quella parte del Pd che rappresenta pensa però che basti
scaricare la colpa sul nuovo rottamatore che ha scalato il
partito, crediamo che ancora una volta sia un tentativo di mistificare la
realtà. Proprio questo tipo di politica autoreferenziale, sorda alla
tutela della salute e del territorio (ma ben rappresentata nei cda e negli
organici delle cosiddette “partecipate”) ha contribuito ad allontanare i
cittadini dalla politica stessa.
I cittadini hanno invece a cuore il territorio nella sua interezza e lo
vogliono difendere da opere scellerate: non c’è un’opera buona ed una meno
buona a seconda di come gira la compagnia.
Sia per la questione aeroporto che per la questione dei rifiuti esistono
infatti alternative attuabili fin da subito e più sostenibili.
LE MaMME NO INCENERITORE