Il Sole 24 Ore: il rilancio a Sesto della Richard Ginori è in bilico

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Il rilancio produttivo di Richard Ginori, storica maison delle porcellane acquisita da Gucci nell’aprile 2013 per 13 milioni di euro che ora fa capo direttamente alla casa madre francese Kering, s’imbatte nel problema della disponibilità (a termine) dello stabilimento manifatturiero di Sesto Fiorentino (Firenze).

Il contratto d’affitto stipulato dalla nuova proprietà Grg con Richard Ginori Real Estate, società in liquidazione (per il 50% del fallimento Richard Ginori e per il restante 50% di un gruppo di immobiliaristi pratesi) proprietaria dell’insediamento industriale di 131mila metri quadrati, scadrà tra poco più di un anno, nel dicembre 2016. Ma il destino del complesso immobiliare – scrive Il Sole 24 Ore – non è ancora deciso: i liquidatori nominati dal tribunale (per impossibilità di funzionamento dell’assemblea), dopo i tentativi di vendita fatti negli anni passati – due bandi d’asta andati deserti nel febbraio 2011 e nel gennaio 2012, rispettivamente con base di 33,5 e 25,1 milioni – non hanno ricevuto alcuna offerta e stanno decidendo se indire la terza asta.

Richard Ginori, guidata da Karlheinz Hofer, per adesso non scopre le carte. “Il nostro intento è quello di rimanere nella piana“, si limita a dire Hofer riferendosi all’area industriale tra Firenze e Prato. Ma il sindacato comincia a essere preoccupato: “La priorità, a questo punto, è la definizione della collocazione dello stabilimento – spiega Bernardo Marasco della Cgil – perché è legata agli investimenti della proprietà per migliorare l’efficienza produttiva“.

Il gruppo Kering, all’acquisizione di Richard Ginori, aveva infatti programmato 15 milioni di investimenti in tecnologie, oggi in larga parte in stand by proprio a causa dell’incertezza sulla sede. Il rinvio degli investimenti, secondo il sindacato, ha un effetto diretto sui risultati: Grg ha chiuso il 2014 con 11,1 milioni di ricavi, 12,3 milioni di perdita e un patrimonio netto di 8,1 milioni. La perdita, si legge nella relazione al bilancio, è riconducibile “principalmente all’inefficienza produttiva che ha caratterizzato anche l’esercizio 2014, pur evidenziando significativi miglioramenti nel secondo semestre”.

Il raggiungimento dell’efficienza produttiva, si precisa, rappresenta la priorità del piano strategico, fondamentale per ampliare l’offerta, internazionalizzare l’azienda, rafforzare il posizionamento nel segmento lusso a cui si è già cominciato a lavorare. “Per l’esercizio 2015 si prevede ancora una perdita – si legge nella relazione – seppure in calo rispetto al 2014 per effetto del recupero di efficienza produttiva e un significativo incremento delle vendite”. Sullo stabilimento si gioca dunque il futuro di Richard Ginori: “La permanenza a Sesto Fiorentino è fondamentale – sottolinea il sindacato – anche per la vicinanza col Museo Richard Ginori”, che fa ancora capo al fallimento e che ha il destino, anch’esso, ancora incerto.

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