Si è tenuta martedì 28 ottobre, presso la Casa del Popolo di Querceto, il dibattito sul nuovo aeroporto di Peretola. Presenti più di cento persone.
Antonio Sacconi, del coordinamento dei circoli Arci di Sesto nonché consigliere comunale, ha parlato dell’impatto che la pista avrebbe sull’equilibrio idrogeologico della piana. Il corso del fosso reale dovrebbe essere modificato: a partire dalla zona della Baxter la deviazione lo porterebbe a raggiungere l’autostrada in prossimità del casello. Circa 300 metri in più di percorso. Questo renderebbe necessaria la realizzazione di un ponte, e creerebbe problemi legati alla minore pendenza e quindi alla minore velocità di deflusso delle acque. L’allungamento comporterebbe anche l’interruzione di altri corsi d’acqua, lo spostamento di alcuni piloni dell’alta tensione, dell’autostrada delle acque e del metanodotto. Per raggiungere l’Osmannoro da Sesto sarebbe necessaria la costruzione di un tunnel. I costi di questi lavori non sono stati quantificati.
Gianfranco Ciulli, del coordinamento dei comitati di Piana Sana, ha sostenuto la tesi secondo la quale sarebbe sbagliato parlare di ampliamento del vecchio aeroporto. Sarebbe più giusto dire che si tratta della costruzione di un nuovo scalo con una pista in grado di far atterrare aerei in grado di compiere voli di 11.000 km. Firenze diventerebbe, di fatto, un aeroporto intercontinentale. Contravvenendo però a una serie di regole. Per esempio quella che fissa in almeno 100 km la distanza fra aeroporti di categoria similare. Bologna e Pisa sono più vicini. Secondo queste regole, le nuove piste dovrebbero essere distanti da discariche (e proprio accanto ci sarebbe Case Passerini), oasi faunistiche (e lì c’è Focognano) e distributori (nella zona ce ne sono in abbondanza). Inoltre in base al codice di navigazione, l’aeroporto non è compatibile né con il termovalorizzatore né con lo stadio nella zona Mercafir.
Maurizio Quercioli, consigliere comunale di Sesto Bene Comune, ha sostenuto la necessità di difendere la Piana così come quarant’anni fa, con il piano regolatore, si è difeso monte Morello. L’area occupata dalla nuova pista sarebbe pari a quella di Central Park di New York. Il comune di Sesto vi aveva previsto il Parco della Piana, ma in nome degli interessi economici di qualcuno si manderebbe tutto a monte senza capire che lo sviluppo si può creare anche attraverso la salvaguardia del territorio.
Gianni Gianassi, ex sindaco di Sesto, con un intervento molto provocatorio, ha esordito dicendo che i parchi non si fanno a tutti i costi e che gli aeroporti si possono e si devono costruire. Soprattutto sarebbe da pazzi rinunciare agli investimenti che provengono dall’Europa. Quindi tutto è possibile, anche cambiare idea, come avrebbe fatto il presidente della regione Rossi che, nel suo programma elettorale, non aveva inserito la pista parallela all’autostrada. Per Gianassi tutto è possibile a patto però che il sacrificio sia utile. Nessuno però sarebbe riuscito a convincerlo in tal senso. Non lo convincono, per esempio, le tesi relative allo sviluppo economico della città. Gli imprenditori dell’Osmannoro sarebbero infatti certamente penalizzati dalla perdita dello svincolo autostradale. Ha concluso l’intervento denunciando un attivismo un po’ tardivo da parte di partiti e comitati che poco invece avrebbero fatto nei due anni precedenti.
Alla discussione hanno partecipato anche i consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle Mauro Ceccherini e Giovanni Policastro che hanno chiesto al sindaco Sara Biagiotti di prendere una posizione in merito..
Ha concluso la serata il segretario cittadino del PD Camilla Sanquerin che ha ricordato come quella del parco della Piana sia una battaglia che il PD sestese combatte da trent’anni e che rischia di essere vanificata dall’intervento di San Valentino 2011 da parte del governatore Enrico Rossi
STEFANO NICCOLI