Italia Nostra insieme al gruppo Mamme No Inceneritore, Coordinamento dei Comitati della Piana Firenze, Associazione Medicina Democratica, Comitato civico No Inceneritore di Campi Bisenzio, Assemblea della Piana contro le nocività, Associazione Un’altra sesto è possibile, Coordinamento dei Comitati per la salute della Piana Prato, Associazione Rifiuti Zero Firenze e Associazione Zero Waste Italy chiede di rivedere in toto la costruzione dell’impianto di incenerimento rifiuti nel Comune di Sesto Fiorentino (Fi), loc. Case Passerini. Le associazioni ritengono indispensabile una risposta dalle istituzioni, ribadiscono la necessità di un rinvio della conferenza dei servizi prevista giovedì 18 giugno al fine di avviare un confronto vero tra le istituzioni e la popolazione e le associazioni per individuare la migliore soluzione da un punto di vista sanitario, ambientale ed economico per la gestione dei RSU (rifiuti solidi urbani) dell’ATO Toscana Centro. In questi mesi si sono svolti numerosi incontri pubblici con esperti del settore, medici, specialisti, gestori del ciclo dei rifiuti e amministratori a cui hanno partecipato oltre dieci mila persone estremamente interessate alla valutazione di una gestione alternativa come il percorso Rifiuti Zero. Le associazioni, inoltre, sottolineano come le considerazioni alla base della decisione di costruire l’inceneritore fanno riferimento a valutazioni vecchie e desuete che non tengono conto dei volumi ormai raggiunti con la raccolta differenziata e dell’istituzione di altre buone pratiche che potrebbero ulteriormente abbattere il volume di rifiuti da incenerire rendendo totalmente inutile un impianto di tale portata. Nel documento inviato alle Autorità competenti le associazioni sottolineano, inoltre, altri punti che stanno alla base della richiesta di rinvio e di cancellazione del progetto dell’impianto:
1) Non competenza della Città Metropolitana per il procedimento in esame.
2) Contrasto delle norme interne con le direttive dell’Unione Europea. Nell’ambito della procedura di Autorizzazione Unica la conferenza dovrà determinare se l’impianto di incenerimento di Case Passerini debba essere qualificato come impianto di smaltimento o come impianto di energia rinnovabile.
3) Mancata previsione del destino finale dell’ingente quantitativo delle scorie e delle ceneri (oltre 50.000t/anno) prodotte dall’impianto classificate come RIFIUTO PERICOLOSO (destinazione tra l’altro non indicata nella documentazione del proponente).
4 Imprescindibile necessità di valutare gli effetti cumulativi dell’impianto di incenerimento con il progetto della nuova pista aeroportuale di Firenze. Non sono più utilizzabili i modelli diffusionali di ricaduta degli inquinanti dell’inceneritore, a causa della vicinanza dei camini alla zona aeroportuale e considerate le notevoli turbolenze atmosferiche che sarebbero prodotte dall’intenso traffico aereo. Elemento questo di assoluta novità emerso in sede di Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto definitivo dell’aeroporto. Da qui la necessità di una nuova Valutazione di Impatto Sanitario (VIS).
5) Il progetto presentato non considera la possibilità di utilizzare una BAT (Best Available Technology),ossia migliore tecnologia disponibile, in quanto ad abbattimento inquinanti. L’attuale progetto prevede limiti obsoleti che dovranno essere ben presto aggiornati a valori molto più bassi. Tale aggiornamento a limiti più bassi comporterà una modifica sostanziale progettuale.
6) L’impianto comporta rischi per la salute umana, come evidenziato dall’Azienda sanitaria locale (ASL). Nella procedura di VIA è stato reso esplicito che il progetto mette a rischio la salute delle popolazione e i loro diritti fondamentali alla sicurezza e all’integrità fisica. Ciò si si evince da quanto richiesto dalla stessa ASL, ovvero: a) sorveglianza degli effetti su esiti riproduttivi e incidenza dei tumori. b) controllo della contaminazione sulla catena alimentare da IPA, diossine e PCB, metalli pesanti, attraverso indagini mirate c) studio epidemiologico sui lavoratori dell’impianto. L’esistenza di una situazione di rischio comunque confermata dalla procedura dell’Asl pone tale progetto in una condizione di assoluta non applicabilità.