Circa duecentocinquanta sestesi hanno partecipato in piazza IV Novembre all’incontro pubblico sulla situazione politica organizzato dal neo commissario del Pd di Sesto Lorenzo Becattini. Oltre al sindaco Sara Biagiotti e ai membri della giunta, eranompresenti anche alcuni firmatari della mozione di sfiducia contro il primo cittadino, il comitato “Mamme no inceneritore”, l’ex segretario dem Camilla Sanquerin, Mauro Ceccherini del Gruppo Misto, Fabio Incatasciato, segretario metropolitano del PD, e Dario Parrini, segretario regionale.
“Penso ci sia la consapevolezza del passaggio difficile che abbiamo davanti e quando c’è un passaggio del genere un partito deve essere aperto – ha esordito Becattini -. Il mio compito è trovare in extremis una via d’uscita a un qualcosa di molto pesante. E’ un’assemblea che dovevo fare. Ho voluto dare un esempio di serietà, prima di tutto per rispetto per il mio partito, in secondo luogo per la politica, inventata per ragionare sui contenuti e arrivare ad una soluzione. La città è più importante del partito“.
Becattini ha poi letto una nota di Sara Biagiotti in cui il primo cittadino ha sottolineato gli errori commessi durante il suo anno di governo. Per il sindaco, una soluzione per evitare il commissariamento di Sesto può essere ancora trovata, inoltre sarebbe possibile aprire una nuova fase nella gestione della politica sestese.
“La mia idea – si legge nella lettera di Biagiotti – è procedere in tempi brevi ad un riordino complessivo dell’amministrazione e dei rapporti politici che di essa costituiscono la base, per rappresentare così tutta la nostra forza e le diverse sensibilità che caratterizzano oggi il PD e in generale la comunità progressista di Sesto Fiorentino. Soprattutto però intendo lavorare insieme affinché si crei quel clima di reciproca fiducia e comprensione che è mancato in molte circostanze e che costituisce invece il sottofondo naturale per una efficace azione amministrativa. Chiedo al partito di accompagnarci in questa strada affinché lo spirito unitario, cui ho fatto riferimento, sia alla base anche della riorganizzazione dei nostri presidi territoriali e si esca, appena possibile e con le modalità proprie della politica, dalla fase straordinaria del commissariamento”.
Successivamente ha preso la parola Giulio Mariani, ex capogruppo del Pd e uno dei firmatari della mozione di sfiducia contro Biagiotti: “Il rispetto nei confronti di una parte del Pd è mancato in questi giorni. Sui giornali si è letto di tutto. Dov’erano i vertici del Pd quando il capogruppo del partito si è dimesso? Bisogna dire ai cittadini perché, in questi giorni, non siamo tornati indietro nella nostra decisione. Gli insulti sui giornali sono state delle minacce. Siamo convinti di fare il bene della nostra città. Non abbiamo mai anteposto i nostri interessi personali a quelli generali, come l’aeroporto. Cosa è diventato oggi il Pd? Mi chiedo questo. Siamo persone per bene, esprimiamo le nostre idee con dignità e rispetto per il bene di Sesto. Faremo sempre così“.
E’ stato poi il turno di Diana Kapo, capogruppo del Pd: “Gli otto ribelli sono persone che hanno fondato il partito. Questo partito doveva tenerci uniti, ma ha dato risposte insufficienti, al contrario di quanto fatto dal commissario Becattini. Il programma non è stato rispettato. Alcuni dicono che si tratta di una questione personale, di poltrone e di correnti. Non ci interessano le poltrone. Non siamo stati candidati per questo. Se fosse una questione di correnti, perché questi otto si sono messi insieme? La giunta non ha prodotto delibere, tendendo così bloccata la città. Il confronto con i cittadini è importante, in molti l’hanno capito. Dov’era il Pd quando il capogruppo e il segretario si dimettevano? Il partito si è mosso solo quando abbiamo presentato la mozione di sfiducia. Abbiamo fatto richieste politiche sulla Piana, ma le risposte non sono arrivate o sono arrivate da Palazzo Vecchio. Il mio partito deve aprire gli occhi e guardare il mondo con le lenti giuste. Quello che stiamo facendo, lo facciamo per il futuro di Sesto“.
“Non avrei mai pensato di arrivare a questo punto – ha detto Antonio Sacconi, uno dei “ribelli” dem -. La politica è stata assente. Camilla Sanquerin si è dimessa da segretario cittadino parecchi giorni fa. C’era il tempo per convocare gli organi e l’assemblea del Pd che manca da due anni. Mi sono vergognato di quello che abbiamo portato in Consiglio Comunale. Non abbiamo ottenuto dignità da parte del sindaco e da parte del partito che l’ha votata. Questo sindaco ci ha rubato la cosa più importante: la nostra fiducia“.
“Ci sono due novità stasera. La lettera di Biagiotti scritta agli otto consiglieri e la richiesta di Becattini di avere più tempo che è quello che è mancato in questi giorni – ha dichiarato il segretario del Pd metropolitano Fabio Incatasciato -. Considero Sesto una città fondamentale per la Piana. Se un sindaco viene mandato a casa prima della fine del mandato su questioni di governo ordinarie, il partito è sempre quello che perde. Chi ci ha dato la scadenza del 21 luglio, giorno del Consiglio Comunale in cui verrà discussa la mozione? C’è un deficit di discussione in questa vicenda. Spero che questo deficit venga risolto. Chiedo un atto di responsabilità”.
“La nostra responsabilità è il futuro di Sesto. Si sta guardando al passato di questa città e non al futuro. Non si sono volute avere le lenti giuste per leggere Sesto. Abbiamo ricevuto solo insulti. Non ci sono stati contributi e risposte da parte del sindaco e del partito sulle problematiche che abbiamo presentato. Spero che si arrivi presto una soluzione per ricucire questo strappo“. Così, invece, l’ex segretario del Pd locale Camilla Sanquerin.
“Mettere Sesto in mano a un commissario prefettizio sarebbe una sconfitta per il partito e, soprattutto, per la politica – ha detto il vicesindaco Lorenzo Zambini -. Dobbiamo dare una slancio verso il futuro alla nostra comunità. Dobbiamo ridare dignità a Sesto Fiorentino che non può entrare nella lista di Comuni commissariati per motivi di mafia“.
“Se arriverà il commissario, sarà una grande sconfitta per Sesto e per me che ho lavorato un anno nella giunta Biagiotti. Sesto guidata da un commissario sarebbe un’incognita“, sono state le parole di Sara Martini, assessore all’educazione.
“Non voteremo la mozione di sfiducia – ha detto la consigliera Pd Claudia Pecchioli -. Non ho mai trovato difficoltà ad interfacciarmi con il sindaco e gli altri membri della giunta. Ho avuto difficoltà a relazionarmi, invece, con il partito e il suo segretario. Per quanto riguarda il bilancio si deve parlare non di buco, ma di criticità. Si commissariano i sindaci che rubano o con infiltrazioni mafiose, ma non è questo il caso“.
Prima di Sara Biagiotti, ha parlato Dario Parrini, segretario regionale del Pd: “Sono qui con sentimenti di amarezza e preoccupazione. Non siamo di fronte a un caso locale, ma a un grande caso toscano. Quello che sta succedendo a Sesto non è mai avvenuto in nessun Comune della Toscana da quando c’è l’elezione diretta del sindaco (1993, ndr). L’ultima cosa che serve adesso al Pd è la faziosità, ci serve uno spirito unitario”.
L’ultimo a parlare è stato il sindaco Sara Biagiotti: “Quello che stiamo vivendo è un caso unico. Lo scioglimento di un Comune avviene quando c’è la mafia e situazioni di grave irregolarità. Per questioni politiche, le giunte venivano sciolte prima del 1993, anno dell’introduzione dell’elezione diretta dei sindaci. Il problema non è fare un passo indietro. Il problema è di Sesto, guardo cosa potrà accadere a questa città a cui tengo molto. Ci sta di fare degli errori. Non possiamo permettere che Sesto venga commissariato perché dentro il PD c’è poco dialogo. Le istituzioni vengono davanti a tutto. Non stiamo parlando del mio destino. Dobbiamo fare uno sforzo per trovare una soluzione che vada nell’interesse di Sesto. Dobbiamo trovare soluzioni che siano compatibili con la città. Possiamo risalire dal fondo perché il fondo purtroppo l’abbiamo toccato“.
Foto di Filippo Canali
STEFANO NICCOLI