Le paturnie del PD sestese (parte seconda)

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Pd

Il segretario, appena confermato, del partito critica aspramente l’operato del sindaco e della sua Giunta e chiede un repentino cambio di rotta (LEGGI QUI).

La minoranza renziana critica le critiche (gioco di parole voluto) e parla di rottura e di contrapposizioni interne, ma non ribatte nel merito dei giudizi espressi.

L’impressione è che a forza di voler conquistare consenso e voti, nel PD si sia formata una classe dirigente che non ha niente a spartire con quella che lo ha fondato. E’ come se la Fiorentina per conquistare credibilità e forza a livello nazionale e internazionale, improvvisamente si trovasse con Agnelli presidente e Bettega dirigente. Ci sarebbero evidenti problemi di coesistenza con i tifosi.

Ma quello è calcio e questa e politica e ciò che da una parte si chiama tifo, dall’altra si definisce dialettica. Quindi  fino a qui niente di strano. Normale vita da PD si potrebbe dire.

Poi però capita di leggere sul Corriere Fiorentino una dichiarazione del segretario metropolitano Incatasciato e allora ti cadono proprio le… braccia.

“Non è possibile che il PD sia unito ovunque e lì (Sesto, ndr) accadano certe cose”

Ora, ai sestesi spesso piace distinguersi dal resto dell’umanità, ma non mi pare questo il caso. Pd unito ovunque? Ma dove l’ha visto? Tra correnti e spifferi il PD è ormai il più grande produttore di energia eolica e lui parla di partito unito? Forse ci siamo persi qualcosa. O forse sono gli effetti collaterali della rottamazione: si perde qualche pezzo buono e ciò che rimane, talvolta, appare superfluo.

TUTTOSESTO

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