“Le voci degli altri” al Teatro Manzoni di Calenzano

0
12

Il Teatro Manzoni di Calenzano (via Mascagni 18) ospita la prima nazionale di uno spettacolo che si propone come un mosaico corale di storie: in scena l’identità complessa e i vissuti veri dei migranti di prima e seconda generazione. Questa produzione, fortemente sostenuta dalla comunità vicina al teatro, è stata resa possibile dal successo di un progetto di crowdfunding con il supporto di Fondazione CR Firenze. Lo spettacolo, dopo le due date al Teatro Manzoni di Calenzano, sarà nuovamente in scena giovedì 27 novembre al Teatro Reims di Firenze.

Quante storie di migrazione non trovano spazio nel dibattito pubblico, intrappolate tra statistiche e semplificazioni? A questa domanda risponde LE VOCI DEGLI ALTRI, il nuovo progetto teatrale e documentaristico firmato da Roberto Andrioli e Fabrizio Checcacci, che debutta in Prima Nazionale al Teatro Manzoni di Calenzano il 22 novembre alle ore 21,15 e il 23 novembre alle ore 16,30 e che sarà in replica al Teatro Reims di Firenze giovedì 27 novembre alle ore 21,00.

LE VOCI DEGLI ALTRI è un progetto che affonda le radici nella partecipazione attiva di un’intera comunità che l’ha sostenuto tramite crowdfunding, e al fondamentale sostegno di Fondazione CR Firenze, che l’ha inserito nel suo progetto Social Innovation Jam e ne ha raddoppiato le donazioni. Hanno inoltre contribuito l’8×1000 della Chiesa Valdese e Publiacqua. Questo doppio livello di finanziamento, popolare e istituzionale, sottolinea la profonda valenza sociale e civica del lavoro.

L’opera nasce da un intenso percorso di interviste e laboratori dell’Associazione FOÀ Formazione Attori, è un atto di ascolto profondo che porta sul palco le esperienze autentiche di vita di persone provenienti da vari continenti (Nordafrica, Venezuela, Cina, Corea, Albania, Iran e India, tra gli altri) che hanno trovato casa in Italia.

I registi e autori, Roberto Andrioli e Fabrizio Checcacci, hanno incontrato e intervistato circa quindici persone che condividono l’esperienza di essere migranti di prima o seconda generazione. Queste storie, spesso partendo dal viaggio dei genitori o dei nonni, sono state raccolte cercando di evitare la connotazione drammatica o fintamente pietistica che talvolta si riscontra sui media con l’intento di evitare la connotazione drammatica o negativa tipica dei media, concentrandosi invece sulla convinzione che esistenze semplici nascondono grandi temi universali.

In teatro, le narrazioni vengono intrecciate. A differenza del documentario, gli interpreti, di cui cinque sono anche protagonisti delle storie reali, perdono la loro stretta identità anagrafica per rappresentare un mosaico corale di situazioni. L’obiettivo è permettere al pubblico di riconoscersi nelle dinamiche presentate e creare un ponte di empatia. La sfida nella scrittura è stata quella di conservare il linguaggio e l’autenticità espressiva delle persone intervistate, evidenziando come l’apprendimento della lingua e la formazione siano pilastri fondamentali per una vera integrazione.

Parallelamente allo spettacolo, le interviste integrali stanno confluendo in un video documentario, realizzato da Lorenzo Gonfiantini, che si è occupato delle riprese delle video interviste, del montaggio e della regia. Questo elemento offre un ulteriore livello di approfondimento, garantendo che le singole voci e le loro testimonianze complete (comprese quelle su temi come la sicurezza sul lavoro, il caporalato, o le diverse identità religiose, come quella Sikh) siano preservate e diffuse. L’intero progetto vuole essere un inno all’attenzione all’altro: un invito a dedicare tempo all’ascolto di persone che spesso vengono conosciute superficialmente solo per motivazioni utilitaristiche.

LE VOCI DEGLI ALTRI esplora con delicatezza e senza retorica temi come la nostalgia, il pregiudizio, la ricerca della libertà, il desiderio di un futuro migliore, le difficoltà dell’integrazione, e le contraddizioni del sistema italiano (come l’efficace sostegno ai minorenni non accompagnati che però svanisce al compimento della maggiore età). È un’esperienza che alterna momenti di leggerezza e ironia a picchi di profonda commozione, lasciando nello spettatore un senso di ritrovata, condivisa umanità.

La realizzazione dello spettacolo è stata interamente finanziata tramite il crowdfunding di Social Innovation Jam. La campagna di raccolta fondi, tuttavia, resta attiva in occasione delle rappresentazioni per dare continuità al sostegno del progetto.

L’ingresso allo spettacolo è pertanto A OFFERTA LIBERA con prenotazione OBBLIGATORIA.
Per prenotare: [email protected]

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO