Martedì 12 novembre è stato chiuso definitivamente il campo rom in via Madonna del Piano a Sesto Fiorentino. Non si sono fatte attendere le reazioni. In particolare quella di Daniela Pancani, Daniele Brunori e Roberta Lancioni della Lega Sesto. I tre pongono l’accento sulla destinazione degli alloggi ai rom.
“Apprendiamo di un sopralluogo effettuato dal Sindaco Lorenzo Falchi e dall’Assessore alle Politiche Sociali Camilla Sanquerin, che è stato sgomberato il campo nomadi a Sesto Fiorentino in Via Madonna del Piano.
Emerge dalle dichiarazioni rilasciate che la zona di via Madonna del Piano era nata circa 35 anni fa come zona di transito per i nomadi, diventando poi stabile con l’arrivo di famiglie della ex Juogoslavia negli anni Novanta.
Queste persone sono stazionate in un terreno che doveva essere restituito al demanio per ben 4 anni, in condizioni igieniche degradate, con sporcizia e incuria, dove i bambini non frequentavano neanche la scuola pubblica. Già da un sopralluogo effettuato al campo rom ad aprile del 2016 da Giovanni Donzelli di FDI, emergeva la grave situazione di degrado in cui versavano queste persone e la criticità in merito ad ingenti soldi pubblici destinati a scopo di una non ben precisata “ristrutturazione”. Non si comprende come sia possibile concepire una forma di “integrazione” dichiarata dalla sinistra avendo fatto vivere di fatto per ben quattro anni queste persone in queste condizioni.
Si apprende che i nuclei presenti (nel 2016, al momento dell’inizio del piano di dismissione, erano 12 per un totale di 75 persone, la metà delle quali minori), hanno progressivamente lasciato l’area della cosiddetta Polveriera, all’interno del Polo scientifico universitario di Sesto, per raggiungere altre destinazioni nell’ambito di “progetti di inclusione sociale” portati avanti dall’amministrazione Sestese in collaborazione con la Caritas. Addirittura sono stati forniti alloggi temporanei e contributi per accedere ad alloggi del mercato privato, uniti al sostegno nell’inserimento lavorativo. Emerge che tre, quattro nuclei familiari sono rimasti a Sesto e che uno di questi sia stato inserito in un alloggio ERP secondo una vecchia graduatoria. Altri nuclei invece sono stati trasferiti in contesti territoriali diversi della Toscana e in altre Regioni.
Riteniamo inammissibile che soldi pubblici, uniti a quelli della Caritas siano destinati a scopo abitativo a discapito dei numerosi Sestesi in difficoltà e in stato di emergenza abitativa. Pertanto chiediamo chiarezza nella trasparenza dei fondi e delle graduatorie relative agli alloggi ERP affinché non si rilevi una gestione amministrativa della spesa pubblica a danno di cittadini Sestesi in reale difficoltà.
Quali progetti sono stati previsti per i residenti in condizioni di difficoltà economica ed abitativa? Esiste una mappatura di questa tipologia di residenti in difficoltà? Chiediamo infine che sia resa nota la destinazione abitativa dei nuclei familiari della popolazione rom affinché la cittadinanza sia informata, visto che la spesa prevista ammonta a 210 mila euro in tre anni per la sistemazione di queste persone e che le spese di Alia per la bonifica dell’area saranno a carico dell’Amministrazione Comunale e quindi a carico della cittadinanza.
La Lega andrà in fondo a questa vicenda nelle sedi opportune affiché non esistano cittadini di serie A a cui l’amministrazione comunale destina elevate somme di denaro e cittadini di serie B che si trovano abbandonati perché non stranieri di fatto“.