Lorenzo Falchi lo firmò impegnandosi con Libera su cinque punti fondamentali per il futuro del territorio sestese: dalla trasparenza nelle candidature all’adozione di strumenti concreti di monitoraggio e tutela dell’interesse pubblico nelle grandi opere; dalle politiche di contrasto alla povertà e al gioco d’azzardo fino alla promozione dell’educazione alla legalità nelle scuole.
Non ci sono risposte preconfezionate o ricette facili, c’è il desiderio di interessarsi di quegli ambiti che ci competono e che sentiamo essere anche di nostra responsabilità.
1) Conosciamo chi votiamo?
L’allora candidato, poi eletto Sindaco dal popolo sestese, Lorenzo Falchi pubblicò in tempi celeri la dichiarazione dei redditi e gli eventuali conflitti di interesse sul suo sito per la campagna elettorale.
2) Vogliamo sapere cosa succedesse nostro territorio
Come presidio territoriale di Libera non abbiamo mai preso una posizione categorica favorevole o contraria alla costruzione delle grandi opere previste sul nostro territorio. All’interno della nostra associazione convivono infatti posizioni politiche differenti e visioni del mondo anche sensibilmente diverse, tutte però accumunate dal desiderio di giustizia sociale, legalità e trasparenza. In tal senso, quindi, il nostro presidio ormai da tempo ha manifestato alcune perplessità e timori rispetto alle numerose opere in discussione: temiamo che, in mancanza di una totale e capillare trasparenza, possano proliferare episodi corruttivi e di infiltrazione mafiosa, come purtroppo troppo frequentemente è avvenuto nella storia italiana e anche toscana. Ecco perché abbiamo richiesto per le scorse elezioni amministrative che i candidati a sindaco si impegnassero ad elaborare degli strumenti concreti di monitoraggio e di tutela dell’interesse pubblico. Come sappiamo, le principali opere in discussione non sono attualmente ancora in costruzione, anche conseguentemente alle sentenze del TAR e del Consiglio di Stato. Possiamo affermare che l’amministrazione attuale si è dimostrata sensibile e attenta alla questione delle grandi opere e ben consapevole delle eventuali problematicità che esse portano con sé.
3) Miseria ladra
Per quanto riguarda le politiche di contrasto alla povertà, come presidio stiamo cercando di lavorare con maggior attenzione e cura, così come ci eravamo impegnati nel precedente documento di verifica dell’“L5”. L’emergenza sanitaria ha evidenziato ancora una volta la ricchezza di servizi e attività che animano il nostro territorio e la preziosità della rete del volontariato, ma anche l’assenza di un servizio pubblico di informazione capace di orientare e di raggiungere in modo efficace e capillare i cittadini. In questo senso ci stiamo muovendo come presidio e ci aspettiamo che si muova l’amministrazione.
Per quanto riguarda gli alloggi sfitti messi a disposizione con canone agevolato, quelli di cui siamo a conoscenza sono stati in tutto 80. In un primo momento è stato fatto un bando pubblico, che prevedeva come requisito la soglia minima dell’ISEE a 16500 euro. Recentemente è stato fatto invece un bando da parte del gestore di housing sociale, senza il requisito dell’ISEE minimo. Come Libera abbiamo fortemente pubblicizzato soprattutto quest’ultimo bando e le domande di richiesta degli alloggi sono state oltre 250, provenienti anche da cittadini di altri comuni. Questi numeri mettono in risalto come ci sia un’esigenza abitativa molto forte non solo da parte delle fasce della popolazione che hanno redditi molto bassi, ma anche da parte di persone con redditi più alti che si scontrano con la mancanza di soluzioni abitative adeguate: anche laddove ci sono bandi di questo genere, in cui partecipano pubblico e privato, è molto difficile muoversi in una burocrazia sempre più automatizzata, che non sempre significa più semplice.
4) L’azzardo non è un gioco
L’emergenza sanitaria ha profondamente cambiato anche il mondo del gioco d’azzardo per cui occorre ripensare le azioni di contrasto al gioco. A noi spetta comunque di verificare quello che è stato fatto in questi 5 anni di mandato.
Il Comune ha schermato i siti web per il gioco on-line dalla wi-fi pubblica comunale. Per quanto riguarda il tavolo interistituzionale da noi richiesto, l’iter è stato avviato ad inizio del mandato elettorale, ma si è trasformato in un nulla di fatto, mancando evidentemente gli impulsi necessari per rendere il tavolo operativo e continuativo nel tempo: al momento è un progetto fermo. Il Comune ha comunque recentemente firmato un protocollo triennale con la Prefettura, a cui hanno aderito anche altri comuni e istituzioni coinvolte nel problema del gioco, il quale ricalca in scala più larga lo spirito della nostra richiesta. In occasione della prima verifica del documento “L5”, ci era stato inoltre anticipato che sarebbe stato redatto e approvato un nuovo regolamento comunale, che allo stato attuale non ha preso forma.
5) Le mafie temono più la scuola che la giustizia
Per quanto riguarda l’ambito della scuola, abbiamo instaurato un buon rapporto con l’assessore Bicchi che ci ha riferito che le risorse economiche scarseggiano. I nostri volontari da anni fanno un ottimo lavoro capillare per portare i temi dell’antimafia nelle classi, raggiungendo centinaia di studenti di tutte le età. Conosciamo bene la situazione finanziaria del Paese e quella degli enti locali ma, sebbene comprendiamo ci siano attualmente altre priorità di spesa, sentiamo di affermare che è necessario che l’educazione alla legalità democratica sia incentivata non solo a parole ma anche con i fatti. Sia chiaro: non vogliamo soldi per i nostri volontari (da qualche anno abbiamo scelto di lavorare in modo totalmente gratuito, rinunciando anche al simbolico rimborso spese per il materiale che reperivamo attraverso il bando “La valigia delle idee”), ma vorremmo che, una volta passata l’emergenza del Covid19, fossero finanziati viaggi di istruzione e campi di lavoro sui beni confiscati alla criminalità organizzata così come avevamo richiesto.