Museo di Doccia, PD Sesto: “Ginori acquisisca i terreni. Istituzioni unite e pronte a fare la loro parte”

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Per salvare il Museo di Doccia il primo passo è che l’azienda sciolga il nodo dell’acquisizione dei terreni“, lo ha detto il Capogruppo del Pd Lorenzo Zambini.

Poche settimane fa il Consiglio comunale ha approvato in maniera unanime la mozione . “Tutte le rappresentanze politiche della città – prosegue Zambinihanno auspicato che l’azienda acquisisca al più presto il terreno su cui sorge la fabbrica trovando un accordo con i liquidatori, che si riqualifichi lo stabilimento per il rilancio definitivo dell’azienda e che <una volta assicurata la fabbrica accanto al Museo, il maggior numero di soggetti pubblici e privati del territorio concorrano alla riapertura del Museo di Doccia>

Come il Pd ha sempre detto la prima partita da chiudere è quella dell’acquisizione dei terreni. È essenziale che la fabbrica rimanga dov’è. Nei mesi scorsi c’è chi, con superficialità, scindeva la questione del Museo dalla questione aziendale, ma per fortuna quel tipo di ragionamento è tramontato” ha concluso Zambini.

Una grande garanzia sono i vincoli che ci sono sopra al Museo di Doccia – ribadisce Claudia Pecchioli Reggente del PD sestese – la collezione è vincolata e non può essere spostata da quello stabilimento. Il Museo deve stare accanto alla fabbrica, solo in questo modo si garantisce la sua riapertura e un futuro vitale

È necessario – continua Pecchioli un tavolo interistituzionale permanente che possa osservare, in modo coordinato con tutti i livelli istituzionali coinvolti, gli sviluppi e le azioni da fare congiuntamente.”

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