La battaglia contro il termovalorizzatore di Case Passerini – scrive La Nazione – prosegue a suon di ricorsi. Il Comune di Sesto presenterà un ricorso al Tar del Lazio per chiedere l’annullamento del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 10 agosto che, in applicazione dell’articolo 35 comma 1 del decreto «Sblocca-Italia», prevedeva l’individuazione delle capacità di trattamento degli impianti di incenerimento rifiuti urbani e assimilabili in esercizio o autorizzati a livello nazionale. Il decreto aveva anche l’obiettivo di individuare il fabbisogno residuo da coprire attraverso la realizzazione di nuovi impianti nelle diverse macroaree e regioni in Italia. Il corposo documento pubblicato sulla Gazzetta ufficiale riportava tre elenchi: degli impianti di incenerimento già in esercizio a novembre 2015, di quelli autorizzati e non in esercizio nel novembre 2015 e di quelli da realizzare o da potenziare per coprire il fabbisogno nazionale. Nella seconda lista è presente anche il termovalorizzatore che dovrebbe essere realizzato a Sesto che, all’epoca, con l’autorizzazione della Città metropolitana del novembre 2015 (poi annullata dal Tar toscano lo scorso novembre) risultava avere tutti i permessi in regola.
Il ricorso del Comune di Sesto non si basa però sul recente pronunciamento del Tar della Toscana, ma su un vizio di legittimità: secondo il Codice dell’ambiente, infatti, durante la fase preparatoria del piano dei rifiuti deve essere effettuata la Valutazione ambientale strategica (Vas) per stimare gli impatti sull’ambiente. Nel caso di Sesto la Vas non c’è stata, da qui la richiesta di annullamento del decreto. “Questo ricorso – sottolinea l’assessore all’ambiente Silvia Bicchi – conferma l’impegno che ci siamo presi in campagna elettorale: batterci con ogni strumento per scongiurare la realizzazione dell’inceneritore. Non siamo soddisfatti di dover ricorrere ancora alle vie giudiziarie per sopperire all’assenza della politica e porre rimedio alle evidenti forzature del progetto“.