“La novità che abbiamo visto nei giorni scorsi a Sesto Fiorentino è che queste persone ritengono che sia sbagliato che lo Stato entri nelle loro aziende per chiedere conto del rispetto delle regole che si deve in una nazione civile e che, all’indomani di quello che è accaduto, leggiamo sui giornali che i controlli sono stati congelati invece di essere intensificati. Perché noi consentiamo in Italia ci siano zone franche nelle quali c’è gente che fa quello che vuole e che non è tenuta a rispettare le regole di questa nazione, perché tanto poi lo Stato italiano se la prenderà con l’imprenditore italiano onesto che ha una sede produttiva aperta sul territorio e che non ha un amministratore delegato cinese irreperibile. Bisogna fare delle norme più sensate. Una lotta seria all’evasione fiscale non significa semplicemente fare i controlli, ma significa fare un albo degli amministratori delegati, affrontare il problema dei money transfer, espellere immediatamente chi non rispetta le regole in Italia e aplicare a questa realtà di criminalità organizzata le stesse norme che applichiamo all’antimafia. penso che tutto questo si potesse fare prima, ma evidentemente lei era in altre faccende affaccendato. Dalla lettura dei quotidiani di oggi capiamo che la difesa degli interessi del popolo italiano non era tra le sue priorità. Probabilmente la cosa più seria che può fare a questo punto è rassegnare le sue dimissioni”. Lo ha detto il presidente di Forza Italia Giorgia Meloni rivolgendosi al ministro dell’Interno Angelino Alfano nel corso del Question Time di Fdi sulla rivolta dei cinesi a Sesto Fiorentino del 29 giugno scorso.
Vid/Dire