L’avvocato Elisabetta Aldrovandi e la dottoressa Daniela Pancani, rispettivamente presidente e referente per Firenze dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime, sostengono l’attivazione di una task force di assistenza psicologica per anziani, disabili mentali e operatori sanitari:
“In merito alla grave situazione di emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia a causa della diffusione del Coronavirus che sta causando moltissimi decessi di nostri connazionali, e alle condizioni di stress psicofisico e rischio di contagio degli operatori sanitari direttamente coinvolti, nonché la relativa condizione di isolamento domiciliare dei cittadini giustamente disposta dai decreti.
Nelle ultime settimane, proprio per far fronte all’emergenza e contenere il rischio da contagio, i colloqui di gruppo nei centri di salute mentale sono stati sospesi. Questa situazione, unita alle reazioni della comunità in merito alle restrizioni della libertà personale relative all’isolamento domiciliare, nonché le reazioni post-lutto dei familiari delle vittime, comporterà certamente un incremento dei bisogni sanitari sia durante sia dopo l’emergenza Coronavirus.
Ciò, per la riduzione delle attività terapeutiche consuete, che inevitabilmente arrecheranno un danno psicologico agli utenti che ne usufruivano prima dell’emergenza e che altresì si rendono necessarie per i familiari delle vittime del coronavirus, così come per il personale sanitario direttamente esposto a fronteggiare l’emergenza sanitaria, ai cittadini contagiati dal virus in isolamento domiciliare, e a coloro che a causa del decreto sono costretti all’isolamento sociale per prevenirne la diffusione, con particolare attenzione per gli anziani.
Assistenza che può essere garantita sia ricorrendo ai tanti psicologi presenti sul territorio nazionale, sia attraverso un incremento delle assunzioni del personale, con progetti specifici diretti (come call center e creazione di task forceapposite) a sostenere cittadini e operatori sanitari. Iniziativa che, dato il tempo presumibilmente lungo necessario per tornare a situazioni di normalità, deve prevedere anche un consolidato aumento del personale sanitario psicologico, consentendo spostamenti territoriali per coprire e assistere situazioni di emergenza.
Le conseguenze piscologiche di tale situazione, infatti, se in una fase di emergenza sanitaria di carenza di strutture e posti di terapia intensiva può apparire secondaria, in realtà potrebbero essere gravissime, e un’attività di prevenzione è fondamentale per aiutare a prevenire e contenere innumerevoli rischi di casi di depressione, per non dire suicidi, legati alle condizioni assolutamente improvvise e anomale nelle quali la popolazione si ritrova a vivere“.