23 nuovi posti per bambini e famiglie che portano a 530 i posti nido in città per una copertura pari al 67% (ben quasi 40 punti percentuali sopra alla media nazionale e ben superiore anche agli ultimi obiettivi fissati dall’Unione europea al 45%).
Mentre il Governo nazionale mette in discussione nel recente Piano Strutturale e di Bilancio di Medio Termine inviato a Bruxelles gli investimenti sui servizi per l’infanzia e rivede al ribasso (dal 33% al 15%) il tasso di copertura su base regionale, a Sesto Fiorentino continuiamo a credere che gli investimenti sulle politiche educative fin dai primi mesi di vita siano un valore per tutta la comunità. Una scelta politica chiara e netta, capace di rispondere ai bisogni delle famiglie.
Nido d’infanzia è sinonimo di educazione e benessere fin dai primi mesi di vita.
Nido d’infanzia è contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica.
Nido d’infanzia è strumento per ridurre le disuguaglianze, comprese quelle di genere in termini di lavoro, reddito, scelte di vita.
“Inaugurare un nuovo nido, in uno spazio pubblico recuperato e restituito alla città nel quartiere del Neto con un investimento significativo sul bilancio comunale, è motivo di emozione e di orgoglio, a 50 anni dalla realizzazione del primo asilo nido a Sesto nel 1974 e a ben 20 anni dall’ultimo, inaugurato dall’allora sindaco Barducci nel 2004 (nido Il Gatto e Volpe)” ha dichiarato Sara Martini, assessora alle politiche educative del Comune di Sesto Fiorentino.
“Anche la scelta della gestione diretta, totalmente pubblica, con personale comunale indica la volontà e la determinazione politica di investire nella valorizzazione del lavoro e della qualità dei servizi” ha continuato Martini.
“Un grande ringraziamento a tutti gli uffici comunali che hanno contribuito a questo straordinario risultato e un grande augurio alle bambine e ai bambini, alle famiglie e al personale educativo per il nuovo viaggio che inizia. Fatti concreti, nel nome di Teresa Mattei, la più giovane delle Costituenti che riuscì a far introdurre al secondo comma dell’art. 3 l’espressione “di fatto” accanto alla parola ‘uguaglianza’” ha concluso l’assessora Martini.