Attraverso un lungo comunicato stampa, Toscana Aeroporti risponde al ministro alle infrastrutture e ai trasporti Danilo Toninelli. La società che gestisce gli scali di Firenze e Pisa si sofferma sulla procedura d’infrazione, sui finanziamenti, sui presunti atti illeciti e sull’aumento di capitale.
“Occorre ricordare al Ministro che Toscana Aeroporti è una società quotata in Borsa Italiana e come tale sensibile a dichiarazioni che ne possono influenzare l’andamento azionario a svantaggio anche di tanti piccoli risparmiatori che hanno investito nell’azienda.
Riteniamo pertanto doveroso fare alcune precisazioni:
– La Procedura di infrazione
Sarebbe opportuno che il Ministro per primo facesse chiarezza e non confusione. La procedura d’infrazione, a cui si riferisce, si ritiene riguardi i contratti di programma di quasi tutti gli aeroporti italiani. I contratti di programma regolamentano i piani di investimento quadriennali (nel caso specifico dal 2015 al 2018) tra il gestore aeroportuale e lo Stato, attravero Enac e ART (Autorità di Regolamentazione dei Trasporti).
L’art 1 comma 11 del DL 133/2014 ha disposto che sono “approvati con decreto del MIT, i contratti di programma sottoscritti da Enac con i gestori degli scali aeroportuali di interesse nazionale”. Come quasi la totalità dei contratti di programma, anche quello dell’aeroporto di Firenze è stato “approvato” da Enac ma non anora “sottoscritto” dal MIT. Mancherebbe quindi la ratifica del Mit per l’approvazione definitiva del Contratto di Programma.
La quasi totalità degli aeroporti italiani, oggi, applicano le tariffe concordate negli accordi di programma ordinari vigenti, anche se in assenza della firma del MIT. Questo è un problema annoso di tutto il sistema aeroportuale italiano.
– I finanziamenti
Altra cosa invece è il percorso relativo al finanziamento della realizzazione dell’opera di Firenze, argomento su cui evidentemente il Ministro è male informato.
In questo caso l’iter, così come previsto dalla normativa, prevede una prima prenotifica, su cui viene fatto un lavoro preliminare, per una successiva notifica.
Per quanto riguarda l’aeroporto di Firenze, così come risulta dalle stesse recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Rossi, il Mit ha inviato solo la prenotifica, su cui è stato avviato un lavoro preliminare che avrebbe già dato esito positivo.
Pertanto Toscana Aeroporti chiede al Ministro che l’iter, che consentirebbe di ottenere un finanziamento pubblico al masssimo del 50%, sia portato a termine senza indugio così come disciplina la normativa europea in materia secondo l’art. 108 del TFUE, che prevede inoltre che i relativi adempimenti vengano svolti dalle autorità italiante ancorché con il supporto della Azienda beneficiaria.
Occorre, infine, ricordare che il contributo pubblico di cui l’aeroporto di Firenze può beneficiare per legge, sarà significativamente inferiore alla soglia ammissibile (50%) per aeroporti con meno di 3 milioni di passeggeri come nel caso del Vespucci.
– I presunti atti “illeciti”
Toscana Aeroporti invita il Ministro ad abbandonare la via della diffamazione alludendo a presunte azioni illegali compiute dall’azienda in “combutta” con “gli amici degli amici”. Toscana Aeroporti non ha violato alcuna legge. Il sistema aeroportuale è stato definito da un Decreto del Presidente della Repubblica in data 17/09/2015. L’accordo di programma dell’aeroproto di Firenze è stato predisposto seguendo il percorso previsto dalla Legge e sottoscritto il 09/10/2015 (non è chiaro quindi a quali atti “illeciti” si riferisca il Ministro). Le opere di compensazione relative al Master Plan sono state stabilite dalla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente. Riteniamo che tali affermazioni danneggino l’immagine e la reputazione di Toscana Aeroproti e del suo management, cosa che l’azienda non può consentire.
– Aumento di capitale
Quanto al ventilato ingresso dello Stato dentro il capitale della Società, non spetta a Toscana Aeroproti rispondere ma ai suoi azionisti. Tuttavia, richiamiamo l’attenzione sulla la normativa vigente, il Decreto 175 del 2016, che pone dei limiti insuperabili in ordine all’acquisizione di una partecipazione da parte dello Stato”.