Relatrice ONU: “Boicottaggio farmaci israeliani da parte di Falchi è scelta rivoluzionaria”

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Foto di Tino Barletta

La cosa migliore che potete fare per sostenere il mio mandato di relatrice speciale dell’ONU è fare cose concrete, come ha fatto il sindaco di Sesto Fiorentino. Se una cosa che ci sta insegnando la Palestina è l’imperativo a tenere la schiena dritta, a fare le cose eticamente. Appalti etici, consumi etici, acquisti etici: questo ci ridà potere come cittadine e cittadine”. Lo ha detto – si legge in una nota stampa di Sinistra Italiana Toscana – Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i territori palestinesi occupati intervenendo nella serata di giovedì 25 settembre a Sesto Fiorentino nel corso dell’iniziativa “Il coraggio della pace disarma” all’Unione Operaia di Colonnata. Il riferimento è alla campagna di boicottaggio dei prodotti farmaceutici israeliani, una scelta che Albanese ha definito “rivoluzionaria”, avviata lo scorso primo luglio nelle otto farmacie comunali di Sesto Fiorentino.
Ringrazio Francesca Albanese per l’apprezzamento alla campagna di boicottaggio, ma soprattutto per la tenacia e il coraggio con cui sta portando avanti il proprio mandato, sottoposta a sanzioni e a vere e proprie campagne diffamatorie mai condotte prima contro chi negli anni ha ricoperto il suo incarico”, afferma Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino e candidato per Alleanza Verdi e Sinistra al Consiglio regionale, presente in platea. “Quello che abbiamo deciso di fare insieme alla nostra azienda delle farmacie è un atto di coerenza, come ci ha richiamato a fare Albanese è un modo per tenere la schiena dritta di fronte a un genocidio, a un tentativo di annientamento e cancellazione di un intero popolo.
I dati di questi primi tre mesi di boicottaggio hanno visto ridursi di un quarto gli incassi derivanti da prodotti di aziende israeliane, ma comunque salire il fatturato complessivo dell’azienda – prosegue – È il segno di una comunità che ha compreso l’iniziativa, l’ha condivisa e che si chiede che cosa possiamo fare per fermare Israele. Il nostro è un piccolo gesto, una goccia nel mare a cui stanno seguendo tante altre gocce, altri Comuni che si sono uniti con iniziative simili, sempre più persone che quasi quotidianamente scendono in piazza in tutta Italia per chiedere alla comunità internazionale di intervenire”.

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