Alla fine si è materializzato. Intorno alla 22,15 il premier Matteo Renzi è giunto al circolo Rinascita di Sesto Fiorentino per concludere la campagna elettorale di Lorenzo Zambini.
Da qualche ora, nonostante nessuna conferma ufficiale, la notizia appariva certa visto alcune vie nei pressi di piazza Ginori erano state chiuse dalle forze dell’ordine anche al passaggio pedonale.
Lo confermavano indirettamente anche gli attivisti del Comitato No aeroporto, delle Mamme No Inceneritore e di altri comitati per la salvaguardia della Piana che nel tardo pomeriggio hanno inscenato un flash mob per le vie del centro. Accanto a loro anche molti cittadini che hanno manifestato il loro dissenso con urla, slogan e fischi all’uscita dei big del Partito Democratico. Le offese dei manifestanti e le reazione scomposte di qualche dem potevano essere francamente evitate. Ma questo è il clima a Sesto. Nessuno credo abbia mai visto un così elevato dispiegamento di forze dell’ordine per le vie della nostra città. I politici che ci governeranno, indipendentemente dal loro colore, forse dovranno meditare anche su questo.
“Non dovete lasciare solo Lorenzo – ha detto Matteo Renzi (parole riportate da lanazione.it) -. In questi ultimi giorni dovete mandare messaggi e parlare con le persone. Non tutti poi voteranno, ma al di là di come va è bellissimo dire che credete in qualcosa“.
“Dobbiamo vincere la campagna al primo turno – ha aggiunto il Presidente del Consiglio (fonte: Corriere Fiorentino) -. Io e Nardella abbiamo vinto al primo turno e quindi… Voglio ringraziare Sara Biagiotti per la generosità: verrà a darci una mano per la campagna elettorale del referendum. E ringraziare Lorenzo che si mette in gioco per una partita così importante come quella per Sesto.
Come riferito da La Nazione, al discorso del premier hanno assistito circa 400 persone tra le quali il segretario regionale Dario Parrini, il segretario metropolitano Fabio Incatasciato, il presidente del consiglio regionale, Eugenio Giani, l’onorevole Lorenzo Becattini e l’europarlamentare Simona Bonafè.
STEFANO NICCOLI