Repubblica: “Salviamo il Museo Ginori dal degrado”

0
748
Museo doccia richard-ginori
TuttoSesto

Vi proponiamo una parte dell’articolo di Tommaso Montanari pubblicato sull’edizione odierna de la Repubblica sul museo Richard Ginori di Sesto Fiorentino.

Le guerre, il terrorismo dell’Is, rapine efferate come quella di Verona: ecco come, oggi, muoiono i musei. Chi potrebbe pensare che — nell’Italia del 2016, alle porte di Firenze, — un museo di straordinaria importanza si stia letteralmente distruggendo, nell’indifferenza generale? È la sorte terribile del Museo Ginori: nello scorso settembre ne raccontammo la chiusura, oggi dobbiamo denunciarne la fine imminente.

Il museo è chiuso da due anni, a causa del fallimento (per cui ora fioccano rinvii a giudizio per bancarotta fraudolenta) della Richard Ginori 1735 spa, che ne era proprietaria. Il fallimento è avvenuto nel 2012, e già nel 2013 la Ginori è stata acquistata dalla Kering, la multinazionale francese fondata da François Pinault (padrone, tra l’altro, di Christie’s) che controlla anche Gucci e Pomellato, oltre a molti altri marchi del lusso. Oggi Pinault apre un nuovo grande museo a Parigi, ma contemporaneamente Kering non compra il Museo Ginori. Perché? Perché, non riuscendo ad acquisire i capannoni della Ginori (su cui ha messo gli occhi una cordata di palazzinari fiorentini, che spera in una mega- speculazione edilizia), il gruppo non è sicuro che la produzione Ginori rimarrà legata a quel territorio, mentre il museo — per fortuna — è sottoposto ad un vincolo pertinenziale, che non solo proibisce che sia venduto a pezzi, ma impone che rimanga dov’è.
Entrare oggi nel museo dà i brividi. L’assenza di ogni manutenzione sta provocando un vero disastro: piove sulle bacheche, e sul pavimento si allargano grandi pozze d’acqua. Così si sformano i sostegni lignei delle vetrine, le quali minacciano di cedere da un momento all’altro distruggendo porcellane delicatissime. Le fragili, rarissime cere barocche si coprono di muffe letali (che rendono l’aria irrespirabile, obbligando ad usare la mascherina), mentre l’umidità gonfia le loro anime di gesso spaccandole dall’interno, come un male oscuro e inesorabile. I libri antichi si impregnano d’umidità, e si sformano. È una lenta, ma certissima, morte annunciata, quella che attende il Museo Ginori se non si interviene subito. E sarebbe una tragedia culturale.

 

(il resto dell’articolo sul quotidiano in edicola)

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO