La Rete Saharawi:
“Il diritto all’autodeterminazione per il popolo saharawi non è negoziabile.”
A seguito dell’adozione della Risoluzione n. 2797 (2025) del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione del Sahara Occidentale, la Rete Saharawi accoglie con favore il rinnovo del mandato della MINURSO e la riaffermazione del diritto inalienabile del popolo saharawi all’autodeterminazione e all’indipendenza, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite e la Risoluzione 1514 (XV) dell’Assemblea Generale sulla decolonizzazione.
La Rete esprime tuttavia profonda preoccupazione per l’inserimento, su impulso di alcuni membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, del cosiddetto “piano di autonomia” proposto dal Regno del Marocco come possibile base negoziale. Tale riferimento — sebbene privo di valore vincolante — costituisce un vulnus politico e giuridico rispetto ai principi fondamentali del diritto internazionale e un grave precedente nella gestione dei processi di decolonizzazione ancora irrisolti.
La Risoluzione omette inoltre ogni riferimento alla crisi umanitaria nei campi dei rifugiati saharawi, al progressivo indebolimento degli aiuti internazionali, e alle violazioni sistematiche dei diritti umani nei territori occupati, documentate da organismi delle Nazioni Unite e da organizzazioni indipendenti.
Nonostante tali criticità, il popolo saharawi continua a distinguersi per un alto livello di istruzione, coesione e resilienza, pur vivendo separato da un muro di sabbia lungo oltre 2.700 chilometri, che divide le zone occupate da quelle liberate.
La Rete Saharawi, che riunisce oltre trenta organizzazioni e enti del terzo settore italiani, denuncia la diffusione di informazioni inesatte o non verificate circa la natura e la portata della Risoluzione n. 2797, le quali rischiano di alterare il quadro giuridico internazionale e di favorire la normalizzazione di un’occupazione illegale e dello sfruttamento delle risorse naturali di un territorio ancora soggetto a decolonizzazione.
La Rete ribadisce che:
• Il Sahara Occidentale è e rimane un territorio non autonomo ai sensi del Capitolo XI della Carta delle Nazioni Unite;
• Il Fronte Polisario è riconosciuto dalle Nazioni Unite come unico rappresentante legittimo del popolo saharawi;
• Qualsiasi soluzione che non contempli l’esercizio del diritto all’autodeterminazione mediante un referendum libero e regolare non può essere considerata conforme al diritto internazionale.
la Rete Saharawi invita le Nazioni Unite e i loro Stati membri a ristabilire la piena centralità del diritto all’autodeterminazione nel processo politico, in coerenza con i principi di legalità internazionale. Il ripristino di tale centralità rappresenta una condizione imprescindibile per garantire una soluzione giusta, duratura e conforme alle aspettative del popolo saharawi, nonché per evitare il consolidamento di pratiche che rischiano di legittimare occupazioni illegali e lo sfruttamento delle risorse di un territorio ancora soggetto a decolonizzazione.
Il popolo saharawi non rivendica concessioni, ma l’attuazione del diritto internazionale.




