Parlare della storia di Sesto non è possibile senza avere, come riferimento, il libro di Ernesto Ragionieri “Storia di un comune socialista: Sesto Fiorentino” e così Sergio Gianclaudio Cerreti, nel presentare il libro scritto a quattro mani con Gianni Batistoni, ha voluto citare lo storico sestese per sottolineare come, in fondo, la nostra comunità sia figlia di un “esperimento geniale e un tantino stravagante” del marchese Carlo Ginori. Queste sono infatti le parole con cui Ragionieri giudica i primi anni di vita della Manifattura di Doccia.
Esperimento stravagante, ma destinato a incidere profondamente sul destino della comunità sestese. Con lo sviluppo della Manifattura, Sesto non fu più un insieme di piccoli borghi di contadini sparsi nella piana e sulle pendici di Morello, ma una vera e propria città con le case lussuose dei dirigenti della Manifattura e quelle più povere degli operai; con una viabilità incentrata sulle esigenze della fabbrica (le stazioni di Castello e Sesto, la tramvia, il viale che collegava la via maestra al cancello della Fabbrica); con una parte della popolazione che non esitò a lasciare la secolare e dura realtà della mezzadria, per le ancora più difficili condizioni dell’opificio. I sestesi da contadini si fecero colatori, fornaciai e pittori. Di uno di loro, Aldo Batistoni, ha parlato il figlio Gianni: “Era una gran lavoratore. Quando non lavorava in fabbrica, lo faceva a casa. Sono cresciuto con l’odore dell’acqua ragia. Il babbo si riposava solo la domenica pomeriggio. Nel vederlo sempre così impegnato una volta m’intesi di aiutarlo, ma riuscii solo a sciupare un bel pezzo di ceramica. Non vi dico i rimproveri. Minacciarono di portarmi in via della Scala.
Il centro di rieducazione dei minorenni, meglio conosciuto come collegio di via della Scala, fu, in effetti, uno spauracchio per molte generazioni di bambini sestesi.
Alla presentazione del libro “La Ginori per Sesto, Sesto per la Ginori” , edito da Apice libri, sono intervenuti anche Silvia Fissi, figlia di uno degli operai licenziati negli anni’50, Olivia Rucellai, ex direttrice del museo di Doccia, il vice-sindaco Damiano Sforzi, e il professor Claudio Rosati che ha ribadito come il libro di Cerreti e Batistoni sia uno di quelli che ogni sestese dovrebbe avere nella propria libreria.