Restyling del Franchi o nuovo stadio? Attraverso un lungo comunicato stampa, Italia Nostra e il comitato “Vogliamo il Franchi” spiegano le ragioni del sì alla ristrutturazione dell’impianto di Campo di Marte. Si parla, con toni duri, anche di Campi Bisenzio, l’area alternativa alla Mercafir dove potrebbe sorgere la nuova casa della Fiorentina.
“Stadio Franchi significa Fiorentina e viceversa. Un binomio inscindibile che costituisce per Firenze un valore identitario irrinunciabile. Un capolavoro di architettura e ingegneria del Novecento firmato dall’ingegner Pier Luigi Nervi, che sarebbe un delitto abbandonare al degrado, quando è invece possibile e doveroso ammodernarlo realizzando copertura completa e nuove tribune bordo campo sui lati Fiesole e Ferrovia: costi e tempi sarebbero per di più inferiori rispetto ad altri rischiosi e improponibili progetti.
Un posizione condivisa dagli oltre 3000 fiorentini che hanno aderito all’appello del comitato Vogliamo il Franchi. Tra i nomi più recenti: Cesare Prandelli, Piero Pelù, Mario Sconcerti, Furio Valcareggi.
Italia Nostra e il comitato hanno tirato fuori le unghie proponendo oggi alla Fiorentina di acquistare lo stadio di Campo di Marte, nel corso di una comune conferenza stampa alla quale hanno partecipato il vice presidente Mario Bencivenni, il professor Marco Piccardi e lo storico dell’architettura Mauro Cozzi, con i giornalisti Riccardo Catola e Alessandro Fiesoli, due dei promotori del comitato. La proposta è articolata in base alle seguenti dieci considerazioni:
1) Il Franchi è stato il fulcro della formazione della vasta area sportiva che ha connotato il quartiere di Campo di Marte sorto in seguito all’ampliamento di Firenze Capitale.
2) Nessuna altra squadra ha l’onore di giocare in un’opera d’arte come lo stadio Franchi, dichiarata tale per il valore estetico e di ingegneria civile. Il trasloco della Fiorentina lo condannerebbe a morte, provocando anche sensibili danni economici ad aziende e famiglie del quartiere, oltre a impoverire il centro con un’ulteriore perdita di funzioni economiche, culturali e direzionali. Non esistono altri sport con audience sufficiente per un catino da 40 mila posti. Altre manifestazioni prevedono calendari limitati
3) Non si vedono ostacoli insormontabili a che il Comune venda il Franchi alla Fiorentina. Occorre solo volontà politica. Su uno stadio di proprietà l’azienda Fiorentina può investire ragionevolmente per un restyling adeguato al campionato di Serie A (copertura totale, nuove tribune bordo campo lato Fiesole e Ferrovia, skybox, museo, ristoranti e negozi), confortevole ed esteticamente all’altezza di Firenze, in tempi più rapidi e a prezzi più contenuti rispetto a uno stadio nuovo. Altrettanto plausibile la soluzione di un project financing tra amministrazione comunale e società Viola.
4) L’adeguamento è consentito dalla stessa Soprintendenza che vincola il Franchi alla sua funzione originaria (stadio è e stadio resta) previa conservazione e tutela della struttura Nervi, consentendo semmai demolizioni delle aggiunte irrispettose e obsolete realizzate in occasione di Italia 90.
5) L’obiettivo è concretamente raggiungibile anche sulla base di studi della Facoltà di Ingegneria condotti da docenti particolarmente qualificati, riconosciuti tra i più importanti studiosi delle architetture di Nervi oltre che strutturalisti specializzati in innovativi sistemi di coperture sospese.
6) Merita perciò attivare un concorso a inviti per professionisti di riconosciuta esperienza, gestito da una giuria con le competenze necessarie. Sviluppato in armonia con le prescrizioni della Soprintendenza, il restyling del Franchi garantisce tempi e costi più rapidi rispetto all’ipotesi Mercafir, del tutto meno realistica e piena di ostacoli. Si tratta infatti di un’operazione contraria ai più elementari principi urbanistici: consuma suolo in un’area della città quasi satura, presume interventi infrastrutturali di notevole impatto e contrasta con le previsioni relative alla nuova pista dell’Aeroporto.
7) Il Comune ha incautamente rassicurato la Fiorentina: procedura veloce tramite variante urbanistica semplificata. Ma oggi il quadro degli interventi stadio/area Mercafir è diverso da quello previsto nella variante del 2012 per la Cittadella viola dei Della Valle. Al termine di una lunga serie di passaggi burocratici la variante può essere impugnata e con un ricorso al TAR il provvedimento può essere sospeso anche perché le evidenti criticità ipotizzano molte osservazioni contrarie e profonda incertezza degli esiti in termini di attuazione.
8) Palazzo Vecchio ha pensato a quanto gli costerà demolire il complesso Mercafir, acquistare un’area limitrofa per costruire un mercato gemello e un parcheggio? Un doppio polo di attrazione (nuova Mercafir e stadio) richiede importanti opere infrastrutturali, svincoli e raccordi stradali, finanziate in gran parte dalla vendita dell’area alla Fiorentina che, oltre alle spese per il nuovo stadio, dovrà mettere in conto, anzi anticipare, anche quelle per acquistare l’area che lo ospiterà. Sarà un prezzo accettabile per il presidente Commisso?
9) Il presidente Commisso sappia però che Fiorentina è sinonimo di Firenze e che un eventuale trasloco a Campi Bisenzio sarebbe giudicato da Firenze come un’offesa alla propria dignità. Contrasterebbe con i quasi cento anni di storia viola e renderebbe irrealizzabile l’idea, espressa più volte da Joe Barone, di uno stadio da far vivere tutti i giorni, nuovo polo turistico cittadino. Peraltro, come ricordato dall’architetto Fuksas, uno stadio per le famiglie deve stare in città e non in una campagna malservita dai mezzi pubblici e con una viabilità marginale.
10) Mantenere il Franchi vivo sarebbe un’esperienza d’avanguardia e sperimentazione di tutela e conservazione dei manufatti in cemento armato. Firenze ritroverebbe un primato importante simile a quello dei nostri concittadini del Quattrocento con cui potevano esibire la cupola del Brunelleschi o la facciata di S. Maria Novella. Sarebbe anche un’occasione eccezionale per riqualificare Campo di Marte come cittadella dello sport, unica nel suo genere non solo in Italia“.